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Red 22 dicembre 2016
«Centro antiviolenza sardi a rischio chiusura»
«Le istituzioni devono alzare la guardia, non abbassarla», è l´allarme lanciato dal senatore del gruppo Misto Luciano Uras


CAGLIARI - «Il femminicidio è purtroppo un tema di triste attualità, eppure le azioni politiche per prevenire e reprimere questo intollerabile crimine sono sempre tese ad abbassare la guardia anziché ad alzarla. Chiedo un intervento tempestivo affinché sia assicurata la piena funzionalità di tutti i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio operanti in Sardegna». Lo denuncia il senatore sardo del gruppo Misto Luciano Uras che, oltre ad aver presentato un'interpellanza sul tema, firmata trasversalmente da moltissimi senatori, ha scritto oggi (giovedì) una lettera ai presidenti della Regione Autonoma della Sardegna, all'assessore regionale del Bilancio e della Programmazione ed all'assessore dell'Igiene e della Sanità, all'indomani dell'approvazione della delibera della Giunta Regionale n.68/10, con la quale è stata ripartita la somma stanziata pari ad un milione di euro come contributo a copertura delle spese per il 2016 sostenute dagli enti gestori degli otto Centri Antiviolenza e delle cinque Case di accoglienza operanti sul territorio regionale.

«In pochi anni - ha proseguito il senatore - si è arrivati quasi a dimezzare i fondi destinati all'organizzazione e al funzionamento dei Centri Antiviolenza, nonostante gli impegni presi nel mese di novembre dagli assessori competenti con le Responsabili degli Enti gestori dei Centri. Infatti, da un primo calcolo risulta che per ciascun Centro Antiviolenza con Casa Rifugio verranno erogati solo circa 170mila euro, contro i 235mila euro erogati nel 2015, quasi la metà dell'importo di 300mila euro che la Regione Sardegna si era impegnata a corrispondere per ogni Centro Antiviolenza al momento dell'istituzione degli stessi. Ciò che è più grave è che il contributo per il 2016 andrà a coprire i costi già sostenuti durante l'anno dai Centri Antiviolenza, i quali legittimamente contavano di poter fare affidamento sugli importi promessi dall'Amministrazione Regionale e oggi si ritrovano ad aver anticipato somme che non verranno mai rimborsate. Questo significa che tutti Centri Antiviolenza in Sardegna sono a rischio chiusura».

«Considerata la funzione fondamentale svolta dai Centri Antiviolenza, si reputa gravissimo che la Regione Sardegna, a fronte di un bilancio sanitario in cui 600milioni sono destinati alla spesa farmaceutica, e ben 50milioni sono destinati a consulenze e collaborazioni di vario genere e qualche volta di dubbia utilità, scelga di ridurre proprio i fondi destinati alle Associazioni che assolvono con competenza e professionalità a quella che è, a tutti gli effetti - ha concluso Luciano Uras - una funzione di servizio pubblico di fondamentale importanza per tutta la Comunità».
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