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Red 30 aprile 2021
Rete conservazione fauna marina: c´è anche l´Isa
Con la sottoscrizione di una modifica al Protocollo di intesa, l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del Consiglio nazionale delle ricerche è entrato a far parte della Rete regionale per la conservazione della fauna marina


CAGLIARI - Con la sottoscrizione di una modifica al Protocollo di intesa, il 9 aprile, l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del Consiglio nazionale delle ricerche è entrato a far parte della Rete regionale per la conservazione della fauna marina (tartarughe e mammiferi marini). La Rete regionale, istituita nel 2009, è coordinata dell’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente e vede impegnati in primo piano i centri di recupero delle Aree marine protette e del Comune di Pula con il compito di assicurare gli interventi di soccorso, cura, riabilitazione e rilascio in mare della fauna marina e di gestire gli eventi straordinari, come nidificazioni e schiuse in applicazione dei protocolli operativi concertati con il Ministero dell’Ambiente e con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

«L’Istituto del Cnr – ha sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell'ambiente Gianni Lampis – supporterà l’Assessorato nelle attività di coordinamento e garantirà una qualificata supervisione tecnico-scientifica ai centri di recupero nelle attività di primo soccorso, nella predisposizione ed attuazione dei protocolli operativi nel territorio regionale e nella conseguente reportistica. L’attività principale della Rete è il recupero ed il soccorso in mare delle tartarughe marine, come la Caretta caretta, o di quelle più rare (chelonia mydas-tartaruga verde e dermochelys coriacea-tartaruga liuto) e dei mammiferi marini (delfini, tursiopi, stenelle). L'attività della Rete regionale si intensifica con l’avvio della stagione estiva, periodo riproduttivo delle tartarughe marine».

Il Corpo forestale e le Capitanerie di porto delle Direzioni marittime di Cagliari e Olbia garantiscono alla Rete la vigilanza, il presidio e il coordinamento nella gestione delle emergenze, il supporto alle attività di recupero e reimmissione in natura delle specie. «L’importante numero di recuperi di animali in difficoltà e le segnalazioni di eventi di nidificazione di Caretta caretta degli ultimi anni fa capire come la popolazione sia stata informata e sensibilizzata. Le segnalazioni ai corpi di vigilanza, in caso di rinvenimento, partono puntuali, garantendo l’immediata attivazione della macchina regionale secondo i protocolli definiti e sperimentati. In caso di rinvenimento, sono attivi i numeri verdi del Corpo forestale (1515) o della Capitaneria di porto (1530)», ha concluso Lampis.

Nella foto: l'assessore regionale Gianni Lampis
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