L´associazione di categoria prende posizione dopo che l´Unione Europea ha avviato una procedura relativa alle vicende della Tirrenia e la compagnia Saremar. Nel 2011-2012 la stagione della Flotta Sarda ha generato un buco di bilancio pari a 9 milioni di euro
CAGLIARI - Il Presidente della Confartigianato Imprese Sardegna Luca Murgianu ed il Presidente Regionale di Confartigianato Trasporti Giovanni Mellino, prendono posizione sulla recente notizia della Comunicazione dell’Unione Europea tesa ad aprire una procedura relativa alle vicende della Tirrenia, e delle sue vecchie partecipate, tra le quali la compagnia Saremar.
«Le politiche adottate in questi ultimi anni nel settore del cabotaggio marittimo e della supposta continuità territoriale – sottolinea Mellino che aggiunge – si sono rivelate fallimentari e dannose sia per l’economia sarda che per le imprese. Il crollo del trasporto marittimo, ed il conseguente impatto negativo sui numeri del turismo sono davanti agli occhi di tutti e si sono ripercossi sia sul reddito dei sardi che sulla competitività dei sistemi di trasporto merci».
«Ci venne detto più volte che i conti erano a posto e che i risultati sarebbero arrivati – evidenzia Murgianu che continua - nel frattempo, sull’onda di questo vento demagogico, vennero approvate norme che, senza alcuna consultazione preventiva con le imprese, istituivano definitivamente la Flotta Sarda e prevedevano un sistema astruso di continuità territoriale merci».
Secondo i dati forniti dall'Unione Europea la stagione della Flotta Sarda 2011-2012 ha generato un buco di bilancio della Saremar pari a più di 9 milioni di euro e in base all’analisi di Confartigianato altri danni potrebbe esserci in termini di sanzioni della stessa Unione. «Non essendo un partito politico non riteniamo di dover richiedere le dimissioni di qualcuno che potrà autonomamente valutare la propria posizione» fanno sapere dall’associazione di categoria.
«Di fronte ad un tale fallimento qualunque politico dovrebbe fare una seria riflessione sulla propria adeguatezza - concludono i dirigenti artigiani - e sarà bene, prima di proseguire con la distribuzione dei sogni irrealizzabili e costosi, riprendere un dialogo proficuo con le associazioni d’impresa sulla fattibilità delle politiche, a partire dall’ultimo di questi sogni: la zona franca integrale».
Foto d'archivio
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