«La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta una nuova breccia significativa per la Sardegna», ha dichiarato il presidente della Regione Autonoma della Sardegna
CAGLIARI - «La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta una nuova breccia significativa per la Sardegna». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci commentando la sentenza n.230, che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’Art.6, comma 19, secondo periodo, del D.l. n.95 del 2012 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), nella parte in cui non contiene, dopo le parole «sentite le regioni interessate», le parole «d’intesa con la Regione Sardegna».
La disposizione impugnata determinava l’esclusione totale della Regione dal procedimento di modifica o integrazione delle convenzioni. La Corte ha accolto le censure della Regione Sardegna, fondate sulla violazione del principio di leale collaborazione e dell’Art.53 dello Statuto sardo, che richiede una reale e significativa partecipazione della Regione all’elaborazione delle tariffe ed alla regolamentazione dei servizi nazionali di comunicazione con l’isola. «La questione è di particolare importanza - spiega Cappellacci - , perché la Corte ha preteso la cosiddetta “intesa forte”, che va anche oltre la “rappresentanza” nel procedimento, prevista dall’Art.53 dello Statuto».
«La Sardegna non può essere relegata al ruolo puro e semplice di soggetto “udito”. Il nostro obiettivo resta quello dell’effettivo passaggio di funzioni e risorse dallo Stato alla Regione Sardegna. Sul punto, abbiamo ribadito il nostro orientamento anche durante il vertice svolto a Cagliari con il ministro Lupi, che ha manifestato un atteggiamento di apertura. E’ indispensabile un intervento del Parlamento affinché si dia seguito a quanto veniva stabilito dalla legge del 2006, il cui risultato è stato modificato anche dalla norma impugnata, come rilevato dalla Corte Costituzionale. Solo quando saranno i sardi a decidere la politica dei collegamenti marittimi e a indirizzare il procedimento dall’inizio alla fine, solo quando la Sardegna sarà protagonista delle scelte in materia e non spettatrice – conclude il presidente regionale - saremo sicuri che sarà garantito il diritto alla mobilità per i cittadini dell’Isola».
Nella foto: Il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci
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