Il Presidente del comitato "Tuteliamo il golfo dell’Asinara", Giuseppe Alesso denuncia la scarsa solidarietà delle istituzioni locali verso gli atti incendiari che colpiscono gli imprenditori dell’Asinara.
PORTO TORRES - L’attentato incendiario che ha distrutto il trenino catalano, che operava da circa tre anni all’Asinara, rappresenta una delle azioni delinquenziali, che si stanno verificando troppo spesso in un contesto già critico per vicende passate altrettanto gravi. Un anno fa oggetto dello stesso genere di attentato, è stata una delle barche che collegano Stintino con Fornelli. Senza trascurare che ci sono stati attentati incendiari anche nei confronti dei mezzi dell’Ente Parco. Il Presidente del Comitato Tuteliamo il golfo dell’Asinara, Giuseppe Alesso ritiene di dover riportare l’attenzione, attraverso una lettera aperta, su quanto sia avvenuto e su quanto poco sia stato fatto per contrastare questi fenomeni di criminalità.
«Dopo circa un mese dall’ultimo attentato che riguarda il tessuto economico che gravita attorno all’Asinara, probabilmente la miglior risorsa economica del nostro territorio – dichiara Giuseppe Alesso - sentiamo il dovere di occuparci anche di questi avvenimenti, con la convinzione che il rispetto dell’ambiente è strettamente legato al concetto di legalità ed è sicuramente messo in grave pericolo da infiltrazioni di tipo mafioso che, come sappiamo, portano inevitabilmente al degrado umano, sociale ed ambientale.
Infatti è passato poco più di un anno da quello che è quantomeno uno tra i più gravi attentati con modalità mafiose della storia del nostro territorio, ovvero dell’incendio doloso del “LEM”, una barca di circa 20 metri con cui Gabriele Mura, un imprenditore del nostro territorio e che contribuisce al nostro tessuto economico, trasportava i turisti da Stintino all'Asinara. Fortunatamente l’incendio non s’è esteso alle barche circostanti e non ha causato vittime. E' evidente che il fine dell'attentato era quello di mettere in ginocchio una solida attività imprenditoriale, che garantiva un servizio per la collettività e po’ di occupazione.
Non dimentichiamo che un mese fa un altro atto intimidatorio ha distrutto un trenino dell’imprenditore catalano Giovanni Daga, colpendo ancora una volta coloro che fanno impresa in un contesto critico, come quello dell’Asinara in cui sono stati compiuti altri atti riprovevoli. Purtroppo in questo caso non si son letti fiumi di dichiarazioni di solidarietà ne' da parte della politica ne' delle istituzioni, come invece accade quando la vittima è un personaggio politico. Eppure gli atti criminali compiuti sono stati estremamente eclatanti, sia nell’entità sia nella modalità che evoca una cultura malavitosa che deve essere respinta con atti concreti e non solo con dichiarazioni di condanna e solidarietà che sanno tanto di liturgia obbligatoria.E' grave che queste persone siano state lasciate totalmente soli dalle istituzioni, nel momento di enorme difficoltà causata dall'attentato.
E’ grave – ribadisce Giuseppe Alesso - specialmente per il fatto che l'atto doloso subito dall’imprenditore Mura (l'incendio è stato il più grave, ma non l'unico atto di sabotaggio che questo imprenditore ha subito) si sia verificato mentre la barca era ormegiatta nel porto di Stintino, un’infrastruttura delle istituzioni e data in concessione ad una società locale che garantisce la sicurezza delle imbarcazioni ormeggiate. Un esempio didattico della reale inconsistenza delle condanne e della solidarietà che accompagnano questi eventi l’ha data l’amministrazione comunale di Porto Torres, che ha rifiutato persino di concedere un contributo irrisorio per organizzare una cena di solidarietà con una piccola raccolta fondi.
Nulla di che, ma semplicemente un modo per dare un segnale, per dimostrare che la comunità, con un atto piccolo ma concreto, è vicina alle vittime di questi atti vili, e non solo a parole. Stesso comportamento per l’incendio doloso del trenino dell’Asinara. Questo fatto dimostra che la guerra fatta con inchiostro e dichiarazioni sia utile solo a chi queste dichiarazioni le fa, di certo non aiuta le vittime ne’ tantomeno ostacola la criminalità che si cela dietro questi atti».
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