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Porto Torres 24notizieportotorresPoliticaElezioni › Intervista a Toni Chessa, candidato Sel
M. P. 4 febbraio 2014
Intervista a Toni Chessa, candidato Sel
Toni Chessa 36 anni, consigliere comunale di Sinistra ecologia e libertà a Porto Torres, si ricandida alle prossime regionali del 16 febbraio, per portare avanti le vertenze sul lavoro, energia e tutela ambientale


PORTO TORRES - Toni Chessa 36 anni, consigliere comunale di Sinistra ecologia e libertà, si ricandida alle prossime elezioni regionali per portare avanti le vertenze sul lavoro, energia e tutela ambientale. Laureato in ingegneria del territorio è un libero professionista che intende prestare la sua esperienza e le sue competenze al servizio della politica, una politica basata sull’etica e la morale.

Il 16 Febbraio si vota per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna e lei è il candidato di Sinistra Ecologia e Libertà per Porto Torres. Con quali propositi e quale programma?
«Il primo proposito è quello di vincere le elezioni come coalizione di centro sinistra, il secondo è quello di essere il candidato vincente di sinistra ecologia e libertà, essere l’espressione del territorio del nord-ovest della Sardegna per quanto riguarda Sel. L’obiettivo primario del mio programma resta quello di riavvicinare la gente alla politica, un programma ambizioso che si basa sulla coerenza, etica, morale e competenza. Il mio programma punta a spostare il baricentro delle scelte politiche, sino ad oggi dettate esclusivamente da Cagliari, spostare l’attenzione della Regione Sardegna sulle vertenze che sembrano riguardare solo Porto Torres e il nord-ovest della Sardegna, ma in realtà sono vertenze di carattere regionale e nazionale. Vertenze che riguardano la creazione di nuovi posti di lavoro attraverso l’avvio delle bonifiche a Porto Torres, la vertenze energia per cui occorre far rispettare i protocolli d’intesa siglati sulla tutela dell’ambiente e sulla tutela dei posti di lavoro. La valorizzazione dei punti strategici, che sono la stella polare del nostro programma, come la rivalutazione della portualità. Il porto di Porto Torres ha un interconnessione con l’indotto economico importante, rappresenta infatti la porta della Sardegna, la valorizzazione dei beni economici e dell’Asinara, sono solo alcune delle tematiche da considerare come unica vertenza sarda da portare all’attenzione del governo nazionale, per realizzare gli obiettivi non ancora raggiunti né a livello regionale né locale. Ma per far questo ci deve essere l’uso efficiente delle risorse del nostro territorio, la tutela del Ppr, tutela del suolo dell’aria e delle acque, punti forti di discontinuità rispetto al nostro Comune e alla Regione Sardegna.»

Cosa pensa della possibilità della Chimica verde in Sardegna?
«Queste tematiche le ho seguite quando ero presidente della Commissione ambiente del comune di Porto Torres, quando portai i componenti della commissione a Terni per parlare con Marco Versali amministratore delegato di Novamont e ora dirigente di Matrica, per capire il concetto della chimica verde, un’idea innovativa e vincente, perché legato ad un modello di sviluppo della chimica non di base, ma della formazione di una chimica che parte da una filiera agricola e che fa si che il prodotto ritorni come biodegradabile all’interno del nostro suolo, assorbito dall’ambiente stesso. Un concetto innovativo, anche se ci sono delle lobby forti a livello nazionale e internazionale che cercheranno ostacolare questo processo che per Porto Torres è sicuramente un’idea da portare avanti».

Di che cosa si è occupato in questa amministrazione prima come consigliere di maggioranza e poi di opposizione?
«Quando sono stato eletto dissi che la stella polare della mia forza politica (Sel) che io rappresento all’interno dell’amministrazione, doveva essere quella di credere in un programma che è stato valutato dai cittadini di Porto Torres come un programma innovativo rispetto alle giunte passate, sia da un punto di vista dell’etica, della coerenza e dello sviluppo degli obiettivi già citati. Questi erano i 5 macro obiettivi del programma: il codice etico, il rispetto dei protocolli da parte delle multinazionali (Eni, E.On) che riguardano l'energia ma anche la tutela ambientale, affermare con forza la valorizzazione dei beni archeologici, perché Porto Torres è la terza città italiana come patrimonio archeologico e una delle ultime come valorizzazione. Altro obiettivo lo sviluppo del porto, indietro rispetto ad altre realtà portuali. Ma una volta eletto mi sono reso conto che il sindaco non poteva avere le capacità e la forza per portare avanti quel progetto politico che i cittadini avevano sposato. Era stato stracciato il codice etico per noi molto importante e le problematiche vere non sono mai state affrontate. Non vi erano più le condizioni perché io potessi rimanere all’interno di quella maggioranza e l’approvazione del bilancio di previsione ha determinato il mio passaggio all’opposizione, perché il consiglio era stato escluso dalle dinamiche di quella decisione, era stato sottovalutato il ruolo di consigliere, che era stato chiamato solo per alzare la mano ed esprimere un voto, senza conoscere il contenuto di quel bilancio. Altri ruoli avuti, quello di capogruppo di Sel e prima di presidente della commissione ambiente in cui tutto il lavoro fatto compreso il capitolato d’appalto sull’ambiente è stato cestinato una volta che sono passato all’opposizione. Mi sono occupato della riqualificazione energetica, per tutti gli stabili di Porto Torres e dell’illuminazione pubblica per una riduzione dei costi energetici. Inoltre ci siamo occupati della gestione del canile e del nuovo cimitero».

Quali ritiene siano i principali problemi, di ordine generale, presenti a Porto Torres e rimasti senza soluzione?
«I principali problemi riguardano le vertenze che già citavo prima, perché possono ridare dignità al nostro territorio e oggi Porto Torres insieme al Sulcis viene definita l’epicentro della crisi della Sardegna, e ciò deriva dal fatto che lo sviluppo in questa città dipendeva dall’industria che oggi non c’è più e sta morendo. Quelle vertenze sulle bonifiche, la chimica verde e la tutela dei posti di lavoro, rappresentano per noi una boccata d’ossigeno. Possono aprire degli scenari per quanto riguarda lo sviluppo economico, produttivo e sociale, importanti. La modalità per restituire dignità ai cittadini di Porto Torres, non è quello di assisterli in modo passivo, attraverso la cassa integrazione, i servizi sociali e la caritas, ma è quello di garantirgli il lavoro, una retribuzione in cambio di una prestazione lavorativa, ecco perché c’è bisogno di una politica forte in Sardegna, ciò che oggi è mancato. Io confido molto in Francesco Pigliaru e ho avuto una buona impressione quando lui si è presentato perché ha fatto di queste vertenze, la spina dorsale del suo programma politico, e quando lui si presenta agli elettori nelle diverse località della Sardegna, parte del suo intervento lo dedica a parlare delle vertenze del nord-ovest della Sardegna.»

Secondo lei, quali sono gli scenari che potrebbero delinearsi dal 18 febbraio?
«Io sono convinto che il centro sinistra vincerà le elezioni, e sono convinto che le vincerà pienamente e quindi gli scenari saranno quelli di vederci impegnati a realizzare nei primi cento giorni ciò che fino ad ora non è stato fatto. Ci vedrà pianificare da un punto di vista strutturale e infrastrutturale, i progetti di sviluppo della regione Sardegna, perché manca un piano energetico regionale, un piano trasporti, un piano del lavoro. Senza la pianificazione le parole volano e per questo la coalizione del centro sinistra deve vincere con oltre il 40% dei voti, altrimenti rischiamo di rendere ingovernabile la Regione Sardegna e chi vince non sarà messo nelle condizioni di realizzare il proprio programma di governo, ecco perché è importante il voto utile, ecco perché il voto alla Murgia può essere pericoloso.»

Ci dica 3 motivi per i quali gli elettori dovrebbero votarla.
«Sono gli stessi che mi hanno spinto a candidarmi oggi, gli elettori mi dovrebbero votare perché conoscono la mia storia politica e hanno visto come mi sono comportato nei miei tre anni e mezzo di esperienza amministrativa. Penso di aver rappresentato onestà, coerenza, passando dalla maggioranza all’opposizione perchè sono convinto che i programmi contano, e quando questi non vengono rispettati occorre avere il coraggio di dirlo e assumersene la responsabilità. Inoltre penso che mi potrebbero dare fiducia, perché ho 36 anni e ho studiato per 30 anni, e penso di aver maturato delle competenze che riguardano la tutela dell’ambiente, i progetti di sviluppo sostenibile, l’energia e le fonti rinnovabili».
Commenti
25/9/2025
E´ l´amarissima constatazione dell´ex primo cittadino di Alghero, Mario Conoci, a pochi giorni dalle "elezioni" per il consiglio metropolitano di Sassari: cittadini tagliati fuori, una vergogna



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