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G.A. 13 febbraio 2014
Porto Torres: l’Airone attacca burocrazia e politica
Durante la conferenza stampa presso i locali del Lido Bar, nella mattina del 12 febbraio è stato denunciato l’iter burocratico della realizzazione di una casa di riposo che rischia di fallire a causa della burocrazia e della politica poco attenta.


PORTO TORRES - Ha dell’incredibilie la storia che Antonello Sanna, presidente della cooperativa sociale Airone, racconta accompagnato da Benedetto Sechi, presidente della Legacoop Sardegna. Un racconto lungo ed articolato al punto che è stato necessario racchiuderlo in un vero e proprio dossier per avere chiari tutti gli aspetti di questa paradossale vicenda, dossier di cui riportiamo una fedele sintesi. Tutto inizia nel 2007, quando, con delibera del consiglio comunale, si decise per il cambio di destinazione d’uso dei locali dell’ex-Ipia a favore della realizzazione di una residenza per anziani. Nel 2009 viene presentata, alla precedente amministrazione Mura, da parte della Coop. Airone la richiesta di concessione di tale fabbricato per renderlo idoneo come “residenza a favore di anziani”.

Dopo quasi 20 mesi, la nuova amministrazione targata Beniamino Scarpa decide che l’ex IPIA diventerà la casa delle associazioni di volontariato, mandando all’aria il progetto della Coop. Airone che a sua volta presenta una manifestazione di interesse con allegato business plan per ottenere, in concessione d’uso per 70 anni, un lotto di terreno ubicato nella zona C 1/2 sempre per realizzare una “residenza protetta a favore degli anziani” per ospitare 60 persone non autosufficienti. A seguito vengono sbrigate le pratiche burocratiche per concedere l’area individuata che, essendo di proprietà del comune, non può essere concessa senza una regolare procedura pubblica. A tale procedura partecipa solo la Cooperativa Airone con un’offerta che prevede una serie di servizi gratuiti a favore della comunità per un valore corrispettivo di 60mila euro annui. Dopo una serie di intoppi meramente burocratici, tra cui il mancato frazionamento dell’area in questione (frazionamento di un’area comunale che è stata eseguita a carico della Coop. Airone) che ha portato a valutare il terreno in questione a 165mila e dopo 12 mesi dall’aggiudicaizione, la Coop. Airone riceve una richiesta pari a circa 80mila euro come importi dovuti per la stipula del contratto.

In breve, per concedere un terreno del valore di 165mila euro, il Comune ne ha chiesto circa 80mila di imposte tra cui i diritti di rogito che per legge spettano al segretario comunale. Tutto questo in prima istanza, perché dopo un incontro di chiarimento con il segretario comunale, durante il quale le imposte relative alla stipula del contratto son passati da 80mila a 600mila euro, è seguita la richiesta del parere dell’Agenzia delle Entrate e la richiesta di un incontro urgente col sindaco Beniamino Scarpa che non è mai avvenuto. Nel frattempo i costi per la stipula del contratto sono stati rettificati l’8 febbraio a quanto segue: 124.750mila euro circa come importi dovuti per la stipula del contratto e diritti di rogito; 2.500 euro di fideiussione a garanzia della effettiva realizzazione del progetto; 49mila euro di fideiussione a garanzia della gratuità che la cooperativa ha offerto al comune in sede di gara; 5mila euro di polizza di responsabilità civile ed assicurazione del fabbricato. In totale 181mila euro circa di imposte relative al solo contratto di concessione della durata di 70 anni di un terreno il cui valore è di 165mila euro. «Un vero affare!», esclama Antonello Sanna, che prosegue: «se si considera che l’immobile lo deve fare la cooperativa con i suoi fondi, il terreno non lo sto acquistando ma è una concessione d’uso, dopodiché l’immobile col terreno, ad investimento ammortizzato, finisce nuovamente nelle disponibilità dell’amminsitrazione comunale e che i 60mila euro di servizi gratuiti che vengono aggiunti, non possono diventare un valore che mi viene tassato».

A questo punto interviene Benedetto Sechi, presidente della Legacoop Sardegna, che pone subito un quesito relativo alla metodo di valutazione adottato solo per questo progetto, ricordando che questa non è la prima area in concessione d’uso che viene data a Porto Torres, se ne conoscono altre e le procedure non sono state come questa: dai campi da tennis, alla bocciofila ai campetti di calcio di via Brunelleschi e così via. Per questo motivo il presidente della Legacoop Sardegna si domanda perchè si applica questo tipo di valutazione ed esclusivamente per questo progetto, ricordando che attorno alle residenze per gli anziani c’è molta speculazione, che esiste la legge regionale n°23 che indica quali siano gli standard e quali sono le autorizzazioni relative, che esistono molte strutture improvvisate e che per tanto sarebbe opportuna una verifica di queste da parte dell’Asl. In particolare a Porto Torres esistono quattro strutture, con una quinta che aprirà a breve nei locali dell’ex Hotel Torres. «Qui è chiaro che c’è qualcosa che non funziona e questa denuncia verrà portata all’attenzione del ministero dell’economia», dichiara Benedetto Sechi, facendo riferimento al fatto che si pongano tante difficoltà ad una cooperativa che intende investire fondi propri per creare una struttura, garantire un servizio importante e di alta qualità, 30 posti di lavoro stabili e servizi gratuiti a favore del comune di Porto Torres che a sua volta risponde pretendendo circa 180mila euro per la sola stipula di un contratto di concessione di un terreno che ha un valore di 165mila euro e che per queste cifre la cooperativa aquisterebbe direttamente il terreno, risparmiandosi 70 anni di gratuità nei confronti del comune.

Ricordando che vari comuni hanno invitato la cooperativa a realizzare questo investimento nel loro territorio, il presidente della cooperativa Airone conclude la conferenza stampa con una duplice riflessione: «la prima, è che se da una parte lo Stato centrale incentiva la partecipazione del privato nella realizzazione delle strutture pubbliche, con lo strumento chiamato Financial Project, con il Comune di Porto Torres che impone queste condizioni contrattuali, la vedo molto male per il settore pubblico. La seconda, più che una riflessione è una constatazione: questa Amministrazione Comunale non vuole che si faccia questo tipo di investimento. Sicuramente non interessa al segretario comunale che ha già un suo lavoro e non interessa al sindaco. Certo è che una cooperativa di Porto Torres non farà questo investimento a Porto Torres, non ci saranno 30 nuovi posti di lavoro, non lavorerà a questo progetto un ingegnere di Porto Torres, un impresa edile locale non costruirà questo progetto, un rivenditore di materiali edili di Porto Torres non fornirà il materiale per questo progetto e continueranno a garantire servizi di assistenza agli anziani soli e non autosufficienti le strutture presenti nel territorio di Porto Torres che sono la vergogna del settore, di cui è pienamente a conoscenza il Sindaco».

Nella foto:Benedetto Sechi e Antonello Sanna
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