Domenica 6 Aprile ore 18 si terrà l’incontro con Andrea Staid per presentare il suo ultimo libro “I dannati della metropoli”. Etnografie dei migranti ai confini della legalità
PORTO TORRES - Domenica 6 Aprile ore 18 si terrà, presso il centro sociale Pangea, l’incontro con Andrea Staid per presentare il suo ultimo libro “
I dannati della metropoli”. Etnografie dei migranti ai confini della legalità. Andrea Staid, storico e antropologo, è nato a Milano nel 1982. Editor della casa editrice Eleuthera, scrive per diverse riviste tra cui “
A”, “
Libertaria” e “
Alfabeta”. È autore di libri come:
Gli arditi del popolo,
La fiaccola, 2007 e
Le nostre braccia,
Agenzia X, 2011.
Dall’introduzione di Andrea Staid:«In questa etnografia della micro-criminalità, o meglio dell’uscita dal confine della legalità, non voglio rappresentare i migranti come vittime di una società violenta, ma semplicemente dare un’immagine meno falsa di quella creata dai media su chi sono e come vivono i migranti in Italia. In passato ho cercato di farlo con uno studio sulle nuove schiavitù e oggi con un saggio su chi si ribella alla schiavitù: se il modo di ribellarsi sia giusto o sbagliato lo decideranno i lettori. Personalmente non mi sento in grado di giudicare su un piano etico le scelte individuali, mentre mi sento di affermare che su un piano razionale la scelta di uscire dalla legalità rappresenta quella più logica».
Staid sottolinea inoltre che se si applicasse la teoria dell’homo oeconomicus al migrante che viene posto davanti al ristretto orizzonte della scelta tra le possibilità che gli vengono offerte, il migrante irregolare dovrebbe essere razionalmente portato a delinquere; ciò che lo frena sono i riferimenti morali, normativi e religiosi. «Dopo questi anni di ricerca non mi stupisce più chi esce dallo stretto confine della legalità, anzi mi stupiscono molto di più tutti quei migranti (la maggior parte) che decidono di lavorare onestamente. Non smette di sorprendermi il fatto che un così alto numero di uomini e donne cerchi di lavorare rettamente dalle otto di mattina alle otto di sera per un salario che li fa a malapena sopravvivere – conclude nella sua introduzione Andrea Staid ».
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