Accordo sfumato tra i vertici nazionali dei sindacati di categoria aderenti a Cgil, Cisl e Uil e i rappresentati della multinazionale tedesca E.On sulla tutela dei posti di lavoro
PORTO TORRES - Accordo sfumato tra i vertici nazionali dei sindacati di categoria aderenti a Cgil, Cisl e Uil e i rappresentati della multinazionale tedesca E.On. Il tentativo dei sindacati era quello di salvaguardare i livelli occupazionali nel passaggio dei lavoratori dipendenti alla nuova società ceca Eph. È proprio su quest’ultimo punto che l’incontro di giovedì non ha portato le risposte attese dal sindacato. Dunque un nulla di fatto che ha costretto le segreteria nazionali di Uiltec-Uil, Filctem-Cgil, Flaei e Femca-Cisl a proclamare lo sciopero dei 940 lavoratori dipendenti dal ramo d’azienda ceduto ad Eph.
«La direzione della società tedesca sostiene di non aver proceduto al trasferimento dei lavoratori perché non sarebbe nelle condizioni di sottoscrivere l’accordo. Intanto il tempo passa e si avvicina la data del Primo Maggio, quando avverrà il passaggio alla nuova società delle attività di gas e carbone», denunciano i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che chiedono siano mantenuti i posti di lavoro, i livelli contrattuali ed economici, e il mantenimento dell’attuale sede di lavoro per un periodo non inferiore ai dodici mesi. «Il comportamento di E.On è inaccettabile perché non offre nessuna tutela sulla qualità e quantità della forza lavoro rimasta nel sito produttivo», dichiarano le organizzazioni sindacali.
Intanto a Fiume Santo è in corso lo stato di agitazione, indetto solo da Cisl e Uil contro le decisioni portate avanti da E.On sulla programmazione del lavoro, la conservazione dei livelli occupazionali e i rapporti con le organizzazioni sindacali, i quali potrebbero avere dei risvolti giudiziari. I sindacati Cisl e Uil sottolineano che la riorganizzazione del lavoro cosi proposta, porta ad una ulteriore riduzione dei posti di lavoro diretti, attraverso il superamento di alcune linee di turno, ed alla prospettiva di ulteriori terziarizzazioni di attività, alcune delle quali fino ad oggi sono state considerate strategiche ed esclusive. Queste le ragioni della dura opposizione di Flaei e Uiltec ad un confronto sindacale su questo tipo di riorganizzazione. Da qui lo stato di agitazione che si aggiunge all’ultima proclamazione dello sciopero, in una fase in cui inizia la fuga di E.On da Fiume Santo.
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