Le dure parole di Giuseppe Pischedda, titolare di uno dei banchi del Mercato Civico di via XX Settembre, all'indomani della chiusura divenuta esecutiva per il pomeriggio
ALGHERO - «E'un colpo basso quello di farci chiudere il pomeriggio». Queste le dure parole di Giuseppe Pischedda, titolare di uno dei banchi del Mercato Civico di via XX Settembre, all'indomani della chiusura pomeridiana, divenuta esecutiva anche per lo spazio adibito al settore ortofrutticolo.
Da lunedì 1° giugno l'ordinanza comunale aveva stabilito che i mercati chiudessero nel pomeriggio, decisione subito applicata nello spazio occupato dai rivenditori di pesca e carne e ieri sera (martedì) divenuto esecutivo anche per i colleghi dell'ortofrutta.
«Speravamo che l'amministrazione avesse accolto le nostre istanze - continua il commerciante - ma senza preavviso ci è stata negata materialmente l'apertura». In realtà, l'iniziativa del Comune era già nota da tempo ma l'auspicio degli operatori era che Sindaco e assessori cambiassero idea, almeno per il periodo estivo.
Non dello stesso avviso un'altra parte dei rivenditori, d'accordo con l'apertura solo la mattina ma prolungata alle 14,30-15, come l'ordinanza, peraltro, prevedeva. Fratture, dunque, all'interno della struttura e non solo per gli orari ma per costi di gestione, affitti e permessi.
Un mercato che divide più che unire quello di Alghero. Il luogo tradizionalmente scelto come centro di aggregazione fin dalla nascita delle città, è un edificio privo di servizi e con poca offerta rispetto alle potenzialità che la struttura e la zona potrebbero garantire. Le opportune campagne di promozione sulla filiera corta e sulla produzione locale dovrebbero trovare nel mercato il primo luogo di riscontro. Il commercio, la tradizione, il turismo di Alghero, passano anche da là.
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