Precipita la situazione nella maggioranza di Centrosinistra ad Alghero col primo partito della coalizione che annuncia la sfiducia al sindaco Stefano Lubrano. Le parole del segretario
ALGHERO - Il Partito democratico di Alghero annuncia la presentazione di una dettagliata mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino, Stefano Lubrano. Precipita così la situazione nella maggioranza di Centrosinistra che governa la città dopo poco più di un anno dalla vittoria elettorale e l'insediamento a Sant'Anna. L'annuncio è arrivato questa mattina (giovedì) nel corso di una conferenza stampa convocata dallo stesso segretario cittadino Mario Salis, alla presenza dei referenti politici del partito (assente il capogruppo Matteo Tedde, Gavino Scala e Franco Calvia). Incontro con i giornalisti deciso dopo la riunione del direttivo conclusosi nella tarda nottata di ieri.
E' Mario Salis a prendere la parola per primo, riferendo il risultato di una partita che lo ha visto arbitro negli ultimi mesi, di un braccio di ferro estenuante tra il primo partito della coalizione e il sindaco che la guida. Una partita, tuttavia, dove non ci sono vincitori e le facce scure al tavolo della conferenza lo rivelano. Si riparte da una sfiducia accordata tra i democratici ma che deve essere votata dal consiglio comunale e con scenari tutti da delinearsi. Appoggi esterni all'esecutivo o la sua decadenza che riporterebbe Alghero in mano ad un commissario. E poi alle elezioni, dove la fiducia, stavolta del centro-sinistra tutto, sarà un obiettivo da riconquistare. In particolare in un elettorato tradizionalmente esigente come quello di riferimento.
«Ma era inevitabile di fronte ad una situazione di questo genere» riferiscono Mario Bruno, Enrico Daga, Raimondo Cacciotto, Gavino Tanchis e Gabriella Esposito che raccolgono gli umori delle diverse anime del partito. Nelle trattative verso un Lubrano bis, si è messa di traverso la composizione della nuova giunta. Completamente rinnovata secondo le indicazioni del Pd (che ha ritirato i propri assessori nelle passate settimane), solo parzialmente in quelle del primo cittadino che ha puntato i piedi su Pietro Monte (anche vice sindaco), Paola Scanu e Romina Caula nell'ultimo incontro di martedì, lasciando spazio solo rispetto alla Riva ((C'è un Alghero Migliore e oggi dimessasi) e due posti lasciati vacanti da Cardi e Canu (Pd). «Abbiamo ricevuto schiaffi dopo strette di mano prese davanti al segretario regionale Silvio Lai» ha commentato Enrico Daga [
GUARDA] che ha parlato di «una mediazione che ha varcato la soglia della sopportazione». E che proprio lui si sarebbe risparmiato fin dall'inizio considerando la sua scommessa persa alle primarie proprio contro Lubrano.
«Tristi e amareggiati» Cacciotto ed Esposito: il primo «per un fallimento programmatico e metodologico di cui prendiamo atto»; la seconda «per un fallimento anche personale, ci abbiamo messo impegno e faccia dall'inizio». La presidente del consiglio non ha risparmiato nemmeno qualche frecciata al sindaco (su vecchie polemiche regolamentari): «mi è stato chiesto di assumere posizioni partigiane che non rispondono al mio ruolo, non sono il settimo assessore». Polemico Tanchis che ha ricordato di come quella del suo partito «non sia una gara per le poltrone considerato la presidenza Meta, Parco e In House sono tutte espressione della Lista Lubrano». Il requiem finale, tuttavia, è tutto di Mario Bruno [
GUARDA], il primo sponsor del sindaco e che oggi chiede «scusa alla città per un errore imperdonabile». «Differenza di progetto, metodo e contenuti emersi durante il tempo» avrebbero allontanato il primo cittadino dal partito e poi ancor di più dal suo "mentore" che oggi "opziona" un' eventuale candidatura «Oggi la prima scelta è la città e a disposizione del partito anche se ci arrivo con un anno e mezzo di ritardo».
Nella foto: la conferenza stampa del Partito democratico
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