Prosegue l´occupazione dell´ex hotel a Fertilia. Cinque madri e i loro figli vivono nello stabile della borgata algherese senza acqua e luce. Nei giorni scorsi la visita informale del delegato alla Cultura Claudia Firino. Alcuni stralci dell´incontro
ALGHERO – E’ passato poco più di un mese da quando sette madri algheresi e i loro figli (tutti minori) hanno occupato l'ex hotel Bellavista a Fertilia [
LEGGI] e [
GUARDA]. Ne sono rimaste cinque in questa iniziativa quasi tutta al femminile; c’è solo un uomo, ma non è il compagno di nessuna: nelle loro storie familiari i mariti o padri hanno avuto un ruolo marginale, se non inesistente.
Ed è una donna, il neo assessore regionale alla Cultura Claudia Firino, ad essere venuta nei giorni scorsi ad ascoltare le loro ragioni. L’esponente della Giunta Pigliaru ci ha tenuto a sottolineare il carattere non istituzionale della visita, ma è pur sempre una rappresentante delle istituzioni, latitanti in questa periferia urbana e umana. O «esistenziale», come il vescovo Morfino ha definito in suo recente intervento tutte quelle situazioni di disagio in aumento ad Alghero per la mancanza di lavoro e di un tetto sopra la testa [
LEGGI] e [
GUARDA]. Alla vigilia del voto di maggio, i politici locali o aspiranti tali non hanno nemmeno avuto il tempo di accendere speranze o prodigarsi in passerelle, presi dalle beghe interne ai partiti.
«Non è mai venuto nessuno a parte le assistenti sociali (e il dirigente competente ndr), nessuno si è mai visto, nemmeno per chiederci come stiamo», dice una di loro all’assessore che le ascolta senza interromperle e a cui spiegano il paradosso di aver ottenuto il domicilio nella nuova “residenza”, ma nessun intervento o solo interessamento per la fornitura anche temporanea di elettricità e acqua per provvedere ai bisogni primari. «Quello che porto - ha commentato la Firino - è la mia vicinanza umana prima ancora che da assessore, non posso promettervi nulla ma mi informerò per capire cosa può essere fatto nel brevissimo e lungo periodo. Accanto alla lotta però non arrendetevi e continuate a cercare un lavoro, qualsiasi, tutti hanno la stessa dignità». Forse qualcuno ne seguirà l’esempio a Sant’Anna e dintorni.
Commenti