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Mariangela Pala 21 aprile 2016
Ferma Raffinerie di Porto Torres: Sit in degli operai
Questa mattina il sit in dei lavoratori della Raffinerie di Porto Torres davanti agli uffici delle Agenzie delle Entrate di Sassari, insieme al segretario provinciale Filctem –Cgil Massimiliano Muretti per protestare contro la perdita di 5 posti di lavoro e il blocco dell’attività produttiva delle Raffinerie


PORTO TORRES - «Dogane: la vostra burocrazia ci porta alla fame». Così si legge in uno degli striscioni di protesta dei lavoratori delle Raffinerie di Porto Torres la società che ha rilevato gli impianti della ex Pb Oil, per trattare olii esausti, rigenerati o smaltiti. Questa mattina il sit in davanti agli uffici delle Agenzie delle Entrate di Sassari, insieme al segretario provinciale Filctem –Cgil Massimiliano Muretti per protestare contro la perdita di 5 posti di lavoro e il blocco dell’attività produttiva delle Raffinerie.

«Possibile che per 5 mila euro di accise, eventualmente dovute, – afferma il segretario Muretti – insieme ai serbatoi sia moralmente lecito sigillare la vita di 5 famiglie». La vicenda risale al 10 febbraio scorso quando l’Agenzia delle Dogane, in seguito a visita ispettiva decideva la sigillatura di un serbatoio con uno specifico provvedimento che vietava l’estrazione «di ogni materia o rifiuto nelle more degli accertamenti fiscali». La disposizione bloccava la produzione e mandava a casa 5 operai. La supposizione è che all’interno del serbatoio fossero contenute sostanze assoggettabili ad accise.

Ad un mese di distanza l’esito delle analisi del prodotto contenuto nel serbatoio rivelano che si tratta di rifiuto. L’Agenzia dissuggella il serbatoio ma la produzione non può ripartire. Le Dogane intendono proseguire gli accertamenti e procedono alla sigillatura di altri 13 serbatoi, inviandone il contenuto al propri laboratorio di analisi.

Ad oggi ancora nessuna risposta ma solo interrogativi. «Possibile che per valutare uno o più prodotti – dice il segretario provinciale Filctem-Cgil - effettuarne le analisi e rilevare se essi siano più o meno assoggettabili ad accise siano necessari mesi». Per ora solo l’incertezza del futuro e il bisogno di manifestare per scongiurare la perdita di altri posti di lavoro già programmati. «Come è possibile che l’Agenzia paralizzi un’attività produttiva– dice Massimiliano Muretti – per una serie di supposizioni che rischiano di congelare altre attività della società già autorizzate con l’Aia della Provincia». «Un incomprensibile accanimento che chiediamo finisca» accusano il lavoratori. Intanto cinque persone restano a casa in attesa di sapere come andrà a finire.



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