PORTO TORRES - Una prima stesura dello statuto della nuova Rete metropolitana, approvata dalla maggioranza nell’ultima seduta del consiglio comunale di Sassari e consegnato dal sindaco Sean Wheeler ai consiglieri comunali di Porto Torres per essere esaminato. L’uscita dall’aula al momento del voto del gruppo del M5s di Sassari «offre uno spettacolo veramente ingeneroso per una città e un’amministrazione che si candidano a guidare un territorio intero», ha detto il consigliere Pd Simone Campus. Quello che doveva comunque essere un momento di grande coesione per tutto il territorio, e di superamento delle rivalità politiche, con Sassari a fare da battistrada verso un percorso di sostanziale parità con Cagliari, «è diventata l’occasione per rimbalzarsi responsabilità e rievocare antiche divisioni senza che questo abbia ad oggi nulla di costruttivo», aggiunge.

«La riforma degli enti locali non è certo quella che il Nord Sardegna si aspettava, occorre riconoscerlo, - prosegue Campus - e il Centrosinistra nel suo insieme se ne carica la responsabilità sulle spalle, ma non serve piangere su latte versato. Se non siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento di città metropolitana è per l’incapacità di questo territorio di fare sistema che è una responsabilità generalizzata e non di una parte politica in generale, ma anziché prenderne atto e invertire la marcia si preferisce alimentare ulteriori inutili divisioni che ci isolano come città e ci indeboliscono agli occhi delle altre aree regionali».

Il consigliere sassarese del Pd sottolinea come il tentativo di bloccare l’approvazione dello statuto, rinviandone l’approvazione, dopo che tutti i sindaci e segretari comunali avevano condiviso il testo, sia stato respinto dalla maggioranza che si è mostrata compatta. «Non poteva passare dal consiglio comunale di Sassari un messaggio sbagliato che avrebbe interrotto un iter avviato da tutti i comuni dell’area vasta che ha già visto Sennori votare il nuovo statuto e vedrà nelle prossime ore tutti i comuni interessati aderire solennemente alla Rete» sostiene Campus.

«C’è da aspettarsi che non arrivino scherzi da Porto Torres dove il sindaco ha prima dato via libera ad un testo condiviso e oggi sembra ostaggio del suo partito che sembra non condividere più l’importanza dello statuto della Rete Metropolitana», un rischio che fa discutere «se così dovesse essere, deve risultare chiaro qual è la posta in gioco: far saltare un assetto istituzionale unitario che è già fragile di per se condannando il Nord Ovest della Sardegna alla più totale irrilevanza e all’impossibilità di compiere azioni strategiche». Se Porto Torres dovesse restare fuori dalla Rete, col suo porto e le sue infrastrutture industriali, «farebbe un danno incalcolabile a tutto il territorio senza che per altro ce ne sia una ragione. Speriamo - conclude Simone Campus - che i cittadini di Porto Torres e i suoi amministratori comprendano pienamente il pericolo perché certamente i 5stelle non hanno capito a che gioco stanno giocando».