ALGHERO - «Si conferma quanto da mesi sto portando avanti a livello europeo sul fronte della continuità. Gli aiuti di Stato alle compagnie aeree non possono applicarsi al caso concreto di Cagliari ed Alghero. La disciplina europea a favore delle compagnie aeree prevede infatti la sola istituzione di nuove rotte e non quella di mantenimento di rotte esistenti. Ora, la Giunta Pigliaru, dovrà dimostrare di essere all’altezza di una situazione di fronte alla quale ha dimostrato soltanto inadeguatezza». È il commento dell’eurodeputato del PPE Salvatore Cicu sulla notizia che arriva dalla Commissione europea in merito all’illegalità degli aiuti pubblici concessi dalla Regione Sardegna alle compagnie aeree selezionate che lavorano negli aeroporti di Cagliari e Olbia [LEGGI].

«La Commissione – ha ricordato l’europarlamentare – prevede che aiuti alle compagni aeree possano essere previsti solo in casi particolarmente stringenti. Non solo. Gli stessi aiuti agli aeroporti, siano essi al funzionamento o agli investimenti, sono aiuti che possono giustificare opere infrastrutturali finalizzate ad aumentare la competitività delle strutture aeroportuali, ma non vanno nella direzione di sostenere le compagnie sul piano della competitività, ovvero – ha spiegato l’esponente del PPE – non sono finalizzati ad incentivarle a restare operanti in territori che, per ragioni di business, le compagnie considerano poco vantaggiosi a causa di una bassa domanda turistica. La Sardegna in questo senso è meta turistica per 2 mesi l'anno, le altre Isole del mediterraneo invece lo sono per 12 mesi».

«E' utile dunque inoltre tenere a mente che le compagnie aeree sono imprese private il cui obiettivo è quello di fare business e non di sostituirsi alle politiche di promozione del territorio che spettano invece alle Regioni e al loro Governo locale. Ancora una volta dunque la domanda sorge spontanea: perché le stesse realtà insulari mediterranee, che soffrono lo stesso handicap geografico e naturale sardo contano un numero di passeggeri così elevato? Cosa distingue queste destinazioni dalle nostre? La risposta è semplice. Una programmazione turistica ampia, solida, ben strutturata finalizzata alla destagionalizzazione e che consente la permanenza di importanti flussi turistici anche nei periodi non estivi» prosegue.

«In questo senso - ha concluso Cicu - dobbiamo ammettere che se l'Europa ha il dovere di riconoscere un diritto che ci spetta, che è quello della condizione di Insularità, poiché sancito nel Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea all'art 174 - che ci garantirebbe un diritto alla mobilità senz'altro più forte e solido - dall'altra parte la Regione stessa ha il dovere di fare ammissione di colpevolezza e di focalizzarsi su tutte quelle politiche che promuovendo il nostro territorio, creando crescita e occupazione nel settore turistico. Solo in questo modo la Sardegna, al pari delle altre realtà insulari mediterranee, potrebbe ambire ad una svolta che oggi , pena l’inadeguatezza politica e amministrativa della Giunta la Sardegna non ha».

Nella foto: Salvatore Cicu