ALGHERO - E' uno spaccato di degrado culturale e sociale quello in cui si è consumato l'assurdo omicidio del 19enne di Alghero, Alberto Melone. Nella notte gli inquirenti avevano infatti già ipotizzato quanto, col passare delle ore, si inizia a ricostruire. Il coetaneo che nelle ultime ore ha confessato l'omicidio dopo un primo tentativo di sviare le indagini, Lukas Saba, è ora rinchiuso nel carcere di Bancali.

Per ricostruire una serata finita in tragedia si parte da numerosi punti fermi. I due erano amici da anni, si frequentavano spesso ed erano già noti alle forze di polizia perchè finiti nei guai per una vicenda che ancora li vedeva a processo. Si tratta adesso di capire il vero movente dell'omicidio e capire se possa essersi trattato di un incidente. Secondo le prime indiscrezioni trapelate ma non confermate dagli inquirenti che indagano, infatti, nel corso dell'interrogatorio il presunto assassino avrebbe si confessato che il colpo è partito dalla pistola in suo possesso, ma che sarebbe stato un incidente.

Una sorta di gioco finito male. Versione al vaglio del sostituto procuratore di Sassari, Mario Leo, che coordina le indagini. Il colpo insomma potrebbe essere partito anche per sbaglio. I giovani – secondo questa ipotesi – stavano maneggiando l’arma quando il proiettile sarebbe stato esploso non volontariamente. Si attendono i rilievi della balistica per capire se possa trattarsi di una scena reale. Confermata anche la presenza di altri due amici all'interno della casa dell'orrore di Piazza del Teatro dove ieri sera si è consumata l'assurda tragedia, ma per ora nei loro confronti non ci sarebbe nessuna accusa. Lukas Saba, che è risultato anche il proprietario dell'abitazione, è difeso dall'avvocato Gabriele Satta.

Nella foto: la vittima 19enne di Alghero, Alberto Melone, col suo presunto assassino Lukas Saba (foto facebook)