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S.A. 11:11
Marino all´Asl: ecco tutti i servizi a forte rischio
Il presidente della Commissione Sanità di Alghero, scoperchia il calderone dei disagi a cui si va forzatamente incontro dal 1° gennaio col passaggio di gestione dell'ospedale Marino. Dalla cronica carenza di personale alla fornitura di farmaci: un elenco di gravi criticità che mettono a rischio i servizi del nosocomio algherese


ALGHERO - «Come cittadino e come Presidente della V Commissione Consiliare alla Sanità, avverto il dovere istituzionale di esprimere una forte preoccupazione riguardo al passaggio dell’Ospedale Marino di Alghero dalla gestione AOU Sassari alla gestione ASL 1 Sassari, previsto per il 1° gennaio 2026. Una preoccupazione che non rappresenta e non deve essere in alcun modo strumentalizzata come un attacco politico ai vertici sanitari o regionali, ma una richiesta di garanzia e chiarezza per il futuro di un presidio fondamentale per il nostro territorio. La sanità è un diritto di tutti, e su questo tema dobbiamo, oggi più che mai, mettere da parte le casacche politiche e difendere insieme il nostro territorio». Inizia così la nota di Christian Mulas sui disagi della sanità algherese, in particolare in vista dell'imminente passaggio di gestione dell'ospedale Marino dall'Aou all'Asl, un percorso che - secondo il presidente della Commissione Sanità - «presenta ancora troppe incertezze, che rischiano di trasformare questo passaggio in un vero e proprio salto nel buio».

Mulas evidenzia una lista di criticità e le elenca una ad una: in primis Anestesia con le attività ordinarie a rischio sospensione: «attualmente le attività di anestesia nella sala operatoria di Ortopedia sono garantite dal personale anestesiologico dell’AOU Sassari in orario di servizio. Con il cambio di gestione ciò non sarà più possibile, poiché i contratti nazionali vietano ai dipendenti di operare in orario di lavoro per un’azienda diversa. L’unica alternativa sarebbe il ricorso a prestazioni aggiuntive volontarie, economicamente onerose e non sempre garantibili» si legge nella nota. E ancora: l'Emergenza-urgenza e la copertura notturna e festiva gravemente compromessa: «Il servizio di emergenza-urgenza notturno e festivo è stato finora assicurato da anestesisti rianimatori AOU in prestazione aggiuntiva. Con il passaggio alla ASL 1, i pochi anestesisti strutturati dell’Ospedale Civile hanno già segnalato che potranno intervenire solo da remoto, partendo fisicamente dal presidio del Civile. Si tratta di una condizione che espone i pazienti a un rischio clinico altissimo, soprattutto nei casi di emergenze tempo-dipendenti (arresti cardiaci, dispnee acute, tachiaritmie), finora gestite con interventi tempestivi grazie alla presenza in loco dello specialista» spiega il consigliere comunale. Problemi che si ripercuotono anche nei reparti ad alta fragilità, in particolare Riabilitazione e Ortopedia dove la presenza di un servizio anestesiologico d’urgenza è essenziale, considerato che spesso l'utenza è mediamente molto anziana e quindi più vulnerabile.

Altro grave disagio è la carenza di personale medico in Riabilitazione: «Il 31 dicembre 2025 scadranno i contratti di quattro medici del reparto di Riabilitazione, attualmente assunti a tempo determinato. Ad oggi non è stata presentata alcuna proposta di rinnovo o di continuità contrattuale, con il rischio concreto di un drammatico depotenziamento del reparto a inizio 2026». Infine, nella "lista nera" di Mulas c'è anche la fornitura di farmaci e dispositivi chirurgici: protesi, chiodi, viti e placche ortopediche finora garantiti dalla farmacia ospedaliera dell’AOU Sassari. Ma dal 1° gennaio ciò non sarà più possibile, poiché la struttura passerà sotto un’altra azienda sanitaria e non è ancora stata definita una filiera alternativa. Questo crea un ulteriore rischio di interruzione delle attività chirurgiche e riabilitative. Mulas insiste sulla «superficialità e preoccupante impreparazione organizzativa» con cui si sta gestendo il trasferimento di gestione ed è certo che «senza interventi immediati e risolutivi, dal 1° gennaio 2026 si determinerà una grave disfunzione dei servizi, con conseguenze dirette e potenzialmente gravi per l’utenza più fragile».
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