Venerdì al Vecchio Mulino la proiezione del film-documentario di Marco Cortesi e dibattito su pena di morte e giustizia ingiusta, con la partecipazione di Giampaolo Cassitta
SASSARI - Venerdì 29 novembre alle ore 20 presso il circolo "Il Vecchio Mulino" in via Frigaglia 5, il gruppo Amnesty international di Sassari presenta "L'Esecutore". Il docufilm racconta la storia dell'ultimo boia di Francia, dove la pena di morte è stata abolita definitivamente soltanto nel 1981. La proiezione dell’opera di Marco Cortesi, interprete di molti spettacoli di teatro civile, sarà l’occasione per discutere di pena di morte e giustizia ingiusta. Interevverranno Giampaolo Cassitta, scrittore e Anna Sanna per Amnesty International Sassari. L'ingresso è libero, per chi intendesse fermarsi a cena è possibile prenotare allo 0794920324.
"L'Esecutore" di Marco Cortesi, con Marco Cortesi e Mara Moschini. 9 ottobre 1981: la Francia abolisce la pena di morte. Solo 30 anni fa la pena capitale veniva eliminata dal Codice Penale Francese. L’ultima esecuzione: un ragazzo di 28 anni ucciso mediante decapitazione. Un solo celebre e macabro strumento verrà utilizzato per ben 190 anni al solo scopo di togliere legalmente la vita ad un altro essere umano: la ghigliottina.
Definita “lo strumento di morte più efficace della storia”, la ghigliottina venne inventata da un medico durante la rivoluzione francese convinto attraverso la sua creazione di fare un “favore all’umanità”. Un lungo e complesso rituale precedeva il taglio della testa. Che cosa succede durante una decapitazione? Che cosa prova il condannato? Per due secoli, un solo uomo, il boia, è stato padrone della vita di centinaia di altri. Nel documentario “L’Esecutore”, la storia è vista dalla parte di chi abbassa la leva e dà la morte, della “macchina” inventata da Joseph-IgnaceGuillotin, che ha terrorizzato decine di generazioni. Che cosa si prova a essere l'unico autorizzato a commettere legalmente un omicidio? Che cosa si prova a essere L’esecutore?
Il documentario è stato realizzato all’interno di una vera isola-carcere: l’Isola Carcere di Pianosa. Conosciuta anche con il nome di “Isola del Diavolo” e accessibile solo su autorizzazione delle autorità penitenziarie, l’isola maledetta fa da lugubre cornice alle vicende narrate. Corridoi, celle, sezioni di massima sicurezza, stanze d’interrogatorio, bagni docce.
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