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A.B. 23 gennaio 2014
Caso Saremar: Le prime reazioni politiche
Arrivano i primi commenti dai rappresentanti dei vari partiti politici, in relazione alla bocciatura della Commissione Ue sugli aiuti concessi nelle stagioni estive 2011 e 2012


CAGLIARI – Arrivano i primi commenti dai rappresentanti dei vari partiti politici sul cosiddetto “Caso Saremar”, in relazione alla bocciatura della Commissione Ue sugli aiuti concessi nelle stagioni estive 2011 e 2012

Giommaria Uggias, eurodeputato Idv: «La bocciatura odierna della Commissione Ue degli aiuti concessi a Saremar è la conferma dell'incapacità della giunta regionale di dare ai sardi risposte concrete sul loro diritto alla continuità territoriale. Stiamo assistendo alla cronaca di un flop annunciato. Fin dal giorno in cui Cappellacci, improvvisandosi armatore, lanciò questa fallimentare iniziativa, ho messo in guardia tutti dalle illusioni e dai danni che potevano derivare da quella che poi si è rivelata, più che una flotta, una “Flop-ta Sarda”. Oggi, come era ampiamente prevedibile, la Commissione Europea ha constatato l'illegittimità degli aiuti concessi a Saremar nelle stagioni estive 2011 e 2012, obbligando la Regione a restituire 10,8milioni di Euro di risorse pubbliche perché incompatibili con la normativa Ue sulla concorrenza. Fin da quando la Regione si era imbarcata in questa scellerata iniziativa, ho chiesto l'intervento della Commissione Europea al fine di scongiurare l'inutile ed illegittima fuoriuscita di denaro pubblico dalle casse della Regione e, in ultima analisi, dalle tasche dei cittadini sardi. Ho anche chiesto con insistenza alla Giunta regionale di esibire i bilanci della tanto vantata operazione, ricevendo in cambio solo sarcastici ed ambigui silenzi. Fino a ieri era urgente un cambiamento di rotta nella gestione delle politiche regionali sui trasporti, adesso è' giunta l'ora di cambiare Cappellacci responsabile dei fallimenti collezionati in questi cinque anni».

Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale: «L’unica vergogna è lo squallore dei politici sardi che remano contro la Sardegna. L’ex assessore di Soru afferma che loro porteranno una continuità marittima senza monopoli, ma non dice come farà e, visto che ha già governato, come ha fatto. Se non viene sfidato il cartello dei signori del mare, se la Sardegna non ottiene dallo Stato le funzioni e le risorse per decidere la politica dei collegamenti marittimi e non essere più legata a contratti siglati da altri, forse il professore pensa che possiamo raggiungere il Continente a nuoto. Bene ha fatto invece Cappellacci ad inchiodare i signori del mare di fronte all’antitrust, con la multa di 8 milioni di euro, a ricorrere alla Corte Costituzionale, vincendo, per il mancato coinvolgimento della Sardegna e a battagliare con quella flotta sarda che è stata l’unico calmiere nella fase più acuta del caro traghetti. Bene farà a ricorrere contro una decisione dell’Unione Europea profondamente ingiusta verso un’isola che stava subendo l’embargo da parte degli armatori. Non si curi delle menzogne del segretario regionale del Pd al quale rispondiamo con forza che forse dovrebbe preoccuparsi di più dei problemi che lo toccano da vicino piuttosto che puntare il suo indice tremolante contro gli altri. Non meritano risposta invece, le osservazioni di un parlamentare europeo sardo, l'onorevole Uggias, che ha sempre attaccato la flotta sarda e non ha mosso un dito contro Tirrenia. Al quadro desolante di quelli che non propongono nulla e pensano solo ad attaccare gli altri, si aggiunge anche la candidata di Sardegna Possibile, che chiede di sederci a un tavolo con i killer della continuità marittima. Ora tutto è più chiaro: i Sardi sanno bene chi difende i loro interessi e chi invece “fa l’inchino” ai signori del mare».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori Sardi–Liberaldemocratici in Consiglio Regionale: «Le preoccupazioni che i Riformatori hanno sempre espresso in merito all’operazione “flotta sarda” si sono purtroppo rivelate fondate. Sapevamo fin dall’inizio che difficilmente i finanziamenti alla Saremar avrebbero superato le forche caudine dei burocrati di Bruxelles. Ora è necessario elaborare una strategia di più ampio respiro per risolvere il problema dei costi eccessivi del trasporto su nave da e per la Sardegna, superando la fase emergenziale caratterizzata dalla discesa in campo della flotta sarda per creare un sistema di cui siano protagonisti i privati sotto l’attento controllo delle Istituzioni pubbliche, Regione in primis. I Riformatori hanno appoggiato i provvedimenti relativi all’operazione flotta sarda per il loro carattere di eccezionalità, dal momento che servivano per contrastare il cartello posto in essere dai “signori del mare” a danno dell’Isola. La decisione dell’Ue, però, impone ora di riconsiderare le strategie con cui la Regione deve affrontare il problema. Che a Bruxelles non vi sia un occhio di riguardo per le regioni europee più periferiche e disagiate e che l’Ue abbia più a cuore la tutela dei grandi potentati economici che i diritti dei suoi cittadini, è cosa nota. Ciononostante, è necessario trovare una soluzione di buon senso per evitare che i sardi si ritrovino nuovamente in ostaggio del cartello degli armatori come è accaduto nel recente passato. La posizione dei Riformatori è nota: le Istituzioni devono limitarsi a un ruolo di regolamentazione del mercato, non mettersi in competizione con gli imprenditori. La Regione deve riuscire a ritagliarsi un ruolo da protagonista nell’affidamento delle rotte in regime di continuità territoriale, visti anche i pesanti oneri in materia di trasporto marittimo che si è assunta con la riforma dell’articolo 8 dello Statuto. In particolare, deve poter intervenire nella definizione della convenzione per l’affidamento del servizio pubblico ai privati e nei controlli sull’applicazione di tale convenzione, anziché subire in silenzio, come accade oggi, gli accordi, spesso tutt’altro che trasparenti, tra Governo e armatori».
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