M. P.
14 febbraio 2014
Dopo l’incontro con i comuni della rete dei Sin emerge la necessità di una normativa uniforme
PORTO TORRES - Attraverso l’azione sinergica condotta dai Comuni della rete dei Siti di interesse nazionale (Sin) e dalle associazioni ambientaliste sembra scongiurato il rischio di cancellazione del principio “chi inquina deve pagare” come conseguenza dell’approvazione del decreto “Destinazione Italia”. I Comuni che fanno parte della Rete, tra cui Porto Torres, chiedono, però, maggiori garanzie. Dopo l’incontro con i comuni della rete dei Sin emerge la necessità di una normativa uniforme. Una legge quadro per una normativa organica che disciplini la materia in maniera uniforme.
I Comuni della rete dei Sin e le associazioni ambientalista non abbassano la guardia. Porto Torres sulle bonifiche è più avanti rispetto agli altri Comuni, avendo ottenuto ben due decreti di attuazione dei progetti, ma il territorio chiede di avere più garanzie. Dalla conferenza della Rete dei Sin che si è svolta nei giorni scorsi a Roma è emersa la necessità di una normativa chiara. Il governo nazionale deve individuare una strategia complessiva per le bonifiche», afferma il sindaco Beniamino Scarpa. «È necessario – aggiunge l’assessore all’Ambiente, Gavino Gaspa – un piano organico da sottoporre all’attenzione dell’Unione Europea ed è su questa strada che intendiamo muoverci assieme agli altri comuni che fanno parte della Rete dei Sin.
Non si possono fare sconti a coloro che hanno inquinato i territori». Il Comune di Porto Torres spinge anche per un altro obiettivo: il risarcimento a ristoro del danno d’immagine causato nel tempo dalla presenza del sito inquinato. La proposta è stata inserita nella Carta dei Comuni della Rete dei Sin firmata pochi mesi fa. L’amministrazione comunale sarà presente martedì 18 febbraio a Sesto San Giovanni, per il convegno “Dire, fare, bonificare” in cui si affronterà il tema “Nuove prospettive nella bonifica dei siti industriali”.
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