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M. P. 18 marzo 2014
Fiume Santo, i sindacati si appellano alla Regione
Continua la protesta dei lavoratori che, nei giorni scorsi hanno ricevuto le lettere di mobilità. I sindacati invitano E.On ad un confronto e chiedono l´intervento della Regione, allo scopo di scongiurare effetti devastanti sule prospettive occupazionali


PORTO TORRES - Seconda giornata di sciopero per gli operai della centrale di Fiume Santo che rischia di chiudere i battenti (270 i lavoratori coinvolti) a causa del mancato, seppure già autorizzato investimento sul nuovo gruppo a carbone. I sindacati della Uiltec-Uil, Flaei-Cisl, Filctem-Cgil e Cisal-federenergia, in seguito alle lettere di mobilità indirizzate a 70 lavoratori, rispettivamente 65 lavoratori della centrale di Fiume Santo per E.On produzione e 5 lavoratori per E.On Italia, chiedono un incontro con i rappresentanti della società tedesca per un esame congiunto sulle cause che hanno contribuito a determinare l’eccedenza di personale. Inoltre i sindacati chiedono che : « l’analisi della procedura di mobilità attivata da E.On e la conseguente congiunta ricerca di soluzioni alternative, possa ritenersi adeguata solo a fronte di una adeguata conoscenza dello scenario aziendale relativo alle società promotrici delle procedure suddette».

Per questo motivo i sindacati chiedono la trasmissione dei dati relativi ai livelli occupazionali di tutte le unità produttive di E.On, comprese le eventuali altre procedure di mobilità già attivate o in fase di attivazione presso tali sedi. Una situazione critica e preoccupante in cui è necessaria un’azione di Governo centrale e regionale che deve occuparsi di questo tema con scelte di politica industriale e sociale, fornendo garanzie sul piano occupazionale. Pertanto le segreterie sindacali fanno appello, nella lettera inviata alla Regione, al Presidente Francesco Pigliaru e all’assessore regionale all’industria Maria Grazia Piras, per gestire in maniera non traumatica le ricadute occupazionali frutto delle difficoltà in cui versa la centrale termoelettrica di Fiume Santo.

Nel programma elettorale delle regionali in ordine ai temi energetici si leggeva: «favorire gli investimenti sulle centrali termoelettriche esistenti per renderli più efficienti e migliorare l’impatto ambientale. L’obiettivo è sostituire la capacità di generazione termoelettrica obsoleta con impianti di livello europeo per assicurare la qualità, riducendo i costi di produzione termoelettrica». Il programma è condiviso dai sindacati, i quali chiedono che « vengano adottate tutte le iniziative politiche-amministrative per fermare le logiche della multinazionale tedesca contrarie agli interessi della Sardegna, per scongiurare effetti devastanti sulle prospettive energetiche, industriali ed occupazionali».

Il timore riguarda anche il disimpegno di E.On che «oltre al mancato investimento del nuovo gruppo a carbone in sostituzione dei gruppi a olio combustibile, per il quale esiste una proroga che scade il 4 dicembre 2014, si estende alla scelta di non investire sugli impianti di desolforazione dei gruppi 3 e 4, creando il presupposto affinché la produzione di questi ultimi possa continuare solo attraverso deroghe alla legislazione ambientale». A questo si aggiunge il grave attacco sociale attuato nelle ultime ore nei confronti di 70 lavoratori dichiarati in esubero, nonostante l’incremento degli investimenti (oltre 100 milioni di euro nel 2013). Per tali ragioni le segreterie sindacali (Uiltec, Flaei, Filctem e Cisal) chiedono un incontro urgente con i rappresentanti istituzionali della Regione, allo scopo di costruire una comune linea di azione che trasformi in fatti le rivendicazioni degli operai e dei sindacati loro rappresentanti.
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