Mancano poche settimane ormai e il 31 maggio anche Porto Torres tornerà alle urne. Sei i possibili candidati alla poltrona di primo cittadino
PORTO TORRES - Mancano poche settimane ormai e il 31 maggio anche Porto Torres tornerà alle urne. La delibera approvata dalla Giunta regionale allinea il voto per le 169 amministrazioni comunali sarde al primo turno delle elezioni regionali e comunali nel resto d'Italia. Nonostante il clima apparentemente “sereno”, dopo lo scioglimento anticipato del consiglio comunale che ha alimentato la forte disillusione nei confronti della politica in generale e turritana in particolare, appare chiaro il quadro di tutte le probabili candidature e i rispettivi schieramenti: sono infatti ben 6 i possibili candidati alla poltrona di primo cittadino.
Chi sarà, quindi, il prossimo sindaco di Porto Torres? Da circa due mesi il Comune turritano si trova sotto l’amministrazione del commissario straordinario Giuseppe Deligia che guiderà la città fino all’elezione del nuovo sindaco. Sarà molto difficile per i candidati desiderosi di ricoprire la carica di primo cittadino riportare i cittadini alle urne.Tuttavia come spesso accade nelle amministrative l’affluenza sarà sicuramente elevata perché i votanti non vogliono e non possono deludere il candidato amico o parente.
A fronteggiarsi a Porto Torres nuove figure e vecchie conoscenze: Massimo Mulas, candidato sindaco di Autonomia popolare, ex consigliere regionale dell’Upc, primo ad annunciare la candidatura sostenuta da tre liste, Ap e due civiche: “Ci siamo” e “Parità per Porto Torres”. All’interno del progetto politico «la parola d'ordine “inclusione sociale”, ovvero il livellamento doveroso, tra chi possiede e chi non possiede, perché questo è previsto dalle maggiori linee di intervento Europee, capaci di convogliare con sana progettazione, fondi per realizzare un inclusione sociale compiuta», sostiene Mulas.
Segno di novità la candidatura di Nicola Franca per Casa Comune movimento indipendentista che unisce tre gruppi (Movimento sardo, Sardigna Natzione e Unidos) anche loro fuori dalle coalizioni con altri partiti. «Il nostro progetto è volto a rendere partecipe il cittadino, in prima persona, all’elaborazione di proposte di sviluppo produttivo e sociale, rompendo con le “gabbie politiche” e tagliando le catene socio-culturali imposte dai partiti, in questi anni», ha affermato Franca. A presentarsi da soli, anche il Movimento 5 stelle, con Maurizio Zolesi, altra novità nella politica locale che punta su un modello di sviluppo alternativo ed ecosostenibile che promuova le risorse locali preservando e valorizzando le matrici ambientali e culturali.
A sottoporsi al giudizio degli elettori, Luciano Mura, ex sindaco, il candidato a primo cittadino della coalizione di centro sinistra e sovranista composta dal Partito democratico, Partito dei sardi, Centro democratico, Sinistra ecologia e libertà e una lista civica (con Upc e altre forze politiche). Per Mura la crisi del territorio è legata non solo a uno scenario di crisi economica, «ma una vera e propria crisi di credibilità di chi in questi anni ha amministrato la città e dalla quale si può reagire solo con umiltà, impegno e progettualità». Dalla discontinuità alla continuità con la giunta Scarpa: a scendere in campo anche l’ex assessore comunale allo Spettacolo, Costantino Ligas. Per lui il sostegno arriva dal Partito sardo d’azione e da quattro liste civiche, Sardegna Vera, E' viva Porto Torres, Il Movimento e un'altra civica. Ligas ha sempre sottolineato l’importanza del lavoro fatto con la precedente amministrazione tracciando una linea tra turismo e ambiente e puntando sulla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico.
A riproporsi anche l’ex sindaco Gilda Usai Cermelli, due liste al suo fianco, che rivendica in primo luogo l’importanza della programmazione politica per attirare tutta una serie di investimenti legati ai diversi settori dello sviluppo economico (formativo, cognitivo, ricettivo, industriale) e creando un forte propulsore per l’industria del turismo. A queste proposte si contrappone la profondità e peculiarità della crisi di Forza Italia, che coinvolge i suoi riferimenti diretti sul territorio, oltre che l’elettorato “d’opinione”.
Se poi si vuole analizzare la schiera dei candidati a consiglieri, circa 340, si possono distinguere tra coloro che sono mossi dall’ “amor proprio” – per dirla chiara – ossia dalla possibilità di migliorare la propria posizione di potere o economica, da quelli che “fanno politica” mossi dall’”amore per gli altri” e dalla “generosità”, una categoria dimenticata dalla moda politologica, ma in realtà essenziale perchè convinta che per cambiare le cose occorre prima di tutto possedere il sapere necessario per governare. E questo insieme allo “spirito pubblico” è un valore in sé del fare politica. Tuttavia pur riconoscendo l’ insostituibile funzione dei partiti, gli stessi devono prendere coscienza della drammatica divergenza tra società politica e società civile resa ancora più aspra dalla crisi economica del territorio e legata alla degenerazione dei partiti che hanno privilegiato la logica del potere rispetto a quella della rappresentanza. Su questo l’elettorato cittadino e, non solo, risponderà con un preciso verdetto all’appuntamento elettorale del 31 maggio.
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