Morandi, assessore regionale al turismo, ha voluto portare il suo sostegno al candidato sindaco Luciano Mura, e delineare le strategie e le politiche da attivare per rilanciare l’economia turistica
PORTO TORRES - «Il porto deve essere il motore di sviluppo di una città che ha grandi risorse da mettere a sistema ma bisogna mettere a disposizione i servizi.» Francesco Morandi, assessore regionale al turismo, ha voluto portare il suo sostegno al candidato sindaco della coalizione di centro sinistra e sovranista Luciano Mura, in un incontro pubblico che è servito per delineare le strategie e le politiche da attivare per rilanciare l’economia turistica di Porto Torres. Il tema dominante è sempre l’isolamento a cui la precedente amministrazione ha costretto la città, con un’incomprensibile assenza totale di dialogo con le principali istituzioni ma anche con il resto del territorio.
«Nell’ultimo anno non sono mai venuto qui, non per una scelta - ha detto Morandi - ma perché non sono stati presentati progetti. Non c’erano proprio motivi per venire». Il vuoto assoluto testimoniato anche dalle parole del coordinatore cittadino del Centro Democratico Angelo Acaccia che ha introdotto l’incontro affermando che «bisogna ripartire da zero anche per quanto riguarda il turismo. Nel Puc, ad esempio, non esiste una pianificazione dal punto di vista turistico.»
«Non possiamo ogni volta ricominciare da capo – ha detto invece il candidato sindaco Luciano Mura. Noi costruiamo un progetto e arriva poi qualcuno che ogni volta vuole partire da capo.»
Riferimento neanche troppo velato alla amministrazione precedente. «Il danno più grande che hanno fatto è stato non aver pensato alle prospettive di sviluppo di questo territorio, non aver alzato la schiena davanti ai grandi gruppi industriali ma aver guardato solo a cercare di mantenere e creare le proprie rendite di posizione. Noi diciamo che dobbiamo pensare ad uno sviluppo diverso, utilizzando la nostra grande area archeologica, mettendo a sistema l'area del parco dell’Asinara, valorizzando la basilica di San Gavino. Dobbiamo avere una visione complessiva turistica e ragionare in termini di prospettiva a lungo termine e non sempre e solo in termini di emergenza.»
«Io ho un sogno – ha affermato ancora Mura - recuperare la spiaggia di fiumesanto. Pensare che ci sia un progetto che preveda la demolizione dei gruppi uno e due e valorizzare, anche ragionando con i comuni di Sassari e Stintino, tutta quella costa che parte da noi ed arriva a Stintino. Poi potremo parlare anche di crociere. Per farle arrivare dobbiamo avere un pacchetto che sia un attrattore forte per i turisti che arrivano in Sardegna. Dobbiamo aver relazioni forti ma per farlo serve autorevolezza quell'autorevolezza che la giunta Ligas-Scarpa non ha avuto. Bisogna intervenire per far reggere le tensioni sociali che si sono create in questi anni. Noi proponiamo soluzioni, non slogan. Dobbiamo cambiare registro e cambiare metodo rispetto a quanto fatto in questi anni. Noi non governeremo contro nessuno, governeremo questa città».
«Sostengo con convinzione Luciano Mura per le parole sagge dette oggi ma anche perché ho lavorato con lui quando era Sindaco e conosco quali siano le sue idee e le sue competenze – ha detto l’assessore Morandi». «Erano state impostate impostato delle cose che non sono potute arrivare a compimento, parlo ad esempio del piano di sviluppo socio economico dell'Asinara.» Morandi si è poi soffermato sul porto. «Non si è mai vista una città ha un porto con le infrastrutture ma senza che questo sia il suo motore di sviluppo. È inspiegabile come il territorio abbia lavorato, anzi non abbia lavorato sul porto. Allora, quando Luciano Mura era sindaco, Porto Torres era il secondo porto passeggeri e il secondo scalo merci della Sardegna. Oggi siamo lontanissimi dallo sviluppo. Conosco molti imprenditori che vorrebbero investire a porto Torres ma non vengono messi nelle condizioni per farlo.»
Discorso che non può che essere collegato a quello legato al futuro dell’Autorità portuale. «La Sardegna non può averne solo una, ma ormai sembra tutto fatto. A questo punto ci deve essere un piano di sviluppo condiviso che tenga conto delle realtà diverse presenti in Sardegna, una che guarda al Nord e una che guarda al Sud. Porto Torres deve poter dire una parola decisiva sullo sviluppo della portualità. Bisogna scegliere una vocazione chiara. Dare un senso alle infrastrutture portuali, che vuol dire anche nautica.»
E Poi il capitolo Asinara. «Esiste un mercato che è già fortemente interessato all’isola parco, ma devono esserci i servizi e le strutture. Un esempio fra tutti: la prima struttura ricettiva dell'Asinara è un ostello. Senza aver niente contro il turismo sociale, del quale sono e rimango sostenitore, manca una struttura che offra servizi ricettivi medio alti. Non possiamo ragionare come se fosse un territorio incontaminato, è un territorio fortemente antropizzato nel quale devono essere presenti tutti i servizi necessari.» E infine il turismo culturale. «Non possiamo puntare solo sul mare, c’è una basilica straordinaria, un’area archeologica di grandissimo interesse che devono essere messi a sistema con tutte le altre risorse del territorio per poter così avere un pacchetto di offerte appetibili per i turisti.»
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