Il capogruppo del Partito democratico Mario Bruno critica la politica di coinvolgimento degli enti locali della Giunta Regionale
ALGHERO - «L'Autorità d’ambito trattata come un qualsiasi ente regionale: l’annunciata politica partecipativa e di coinvolgimento degli enti locali della Giunta Cappellacci parte subito col piede sbagliato». Con queste parole Mario Bruno, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, commenta la decisione del nuovo Governo Regionale di nominare «un nuovo commissario dell'Autorità d’ambito e sospendere le elezioni dell’Assemblea, già previste per il prossimo 7 maggio».
Una «mossa illegittima» perché la natura giuridica dell’Atto è quella di «consorzio di enti locali, dotato di tutte le prerogative attribuite dallo specifico ordinamento agli enti locali stessi che ne tutelano l’autonomia». Invece la Giunta Cappellacci «si è arrogata un potere di “governo” dell’organismo, trasformandolo in un ente o agenzia regionale al cui vertice piazzare un uomo di fiducia». Ma la legge 29 del 1997 che ha istituito l’Ato «non include questa possibilità tra le funzioni regionali di controllo».
La revoca del commissario, nominato ad ottobre 2008 dalla precedente Giunta Regionale, continua Bruno, «non ha giustificazioni giuridiche: il commissario infatti può essere revocato solo se non abbia adempiuto ai suoi obblighi, cioè indire entro tre mesi la procedura elettorale». E questo «è quanto aveva fatto il precedente commissario Luigi Piano, fissando al 7 maggio le elezioni della nuova assemblea dell’Autorità d’Ambito».
Perciò, conclude il capogruppo del Pd, «la nuova nomina è palesemente illegittima, insieme agli atti del nuovo commissario, cioè la sospensione delle nuove elezioni». Altrettanto illegittima è la via scelta dal governo regionale che, «in contrasto con la legge del 1997, ha fissato in sei mesi il mandato del commissario, legandolo ad un futuribile disegno di legge di revisione della normativa sul Servizio idrico integrato». Ma, «a differenza del ddl approvato dalla giunta Soru licenziato dalla commissione competente del Consiglio e non arrivato in aula per la fine anticipata della legislatura, di questo nuovo testo del Governo Cappellacci non esiste ancora traccia».
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