Nonostante le rassicurazioni di Cappellacci sul proseguimento dei lavori a La Maddalena, Soru e il centrosinistra non ci stanno alla decisione del Governo centrale. 20% in meno per le aziende titolari dei lavori
CAGLIARI – Lo spostamento del G8 da La Maddalena a L’Aquila continua ad acuire le polemiche nell’Isola. Associazioni di categoria, imprenditori, albergatori rivendicano l’occasione perduta per il territorio e l’economia locale. Ieri, il clima di tensione si è trasferito nell’aula del Consiglio Regionale dove la mozione del centrosinistra è stata bocciata.
Opinioni contrapposte delle due parti politiche sul trasloco del summit, ritenuto comunque non fondamentale dal presidente Cappellacci per il rilancio de La Maddalena. Di altro avviso, l’ex governatore Soru che ha definito la decisione di Berlusconi «l’ennesimo sberleffo ai sardi» e non credendo ai fini solidaristici del Premier nei confronti dell’Abruzzo.
Opposizione e Maggioranza hanno avvicinato le loro posizioni sui fondi e i cantieri da ultimare. Chiarito che il 90% dei soldi era coperto dalla Regione Sardegna con risorse proprie e una parte Fas (Fondo per Aree Sottosviluppate) nella percentuale del 12,6% spettante all’Isola; da entrambi gli schieramenti emerge l’esigenza imprescindibile di proseguire le opere avviate e le infrastrutture programmate. Dubbi dal centrosinistra sulle manovre di Berlusconi e Tremonti sulla quota dei Fas che per ora non è stata riversata nelle casse regionali.
Intanto, fuori dall’aula consiliare si ravvisano le prime conseguenze del trasferimento del vertice: le aziende titolari degli appalti saranno decurtate del 20% dei fondi di cui dovevano disporre per i lavori. Paradossalmente, spetterà alla loro discrezionalità la decisione se proseguire o bloccare tutto. Non sarà un lieto fine in ogni caso. Nel primo, a rischiare sono le ditte che hanno preso i subappalti, i fornitori e i lavoratori. Nel secondo, lo Stato e le penali che dovrebbe risarcire alle imprese.
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