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A.B. 1 aprile 2016
A Maracalagonis, Bottecchia, vite in volata
Al Teatro Ex Montegranatico di Maracalagonis, per la Rassegna di Abaco Teatro, in scena la storia d’Italia e del ciclismo


MARACALAGONIS - Domenica 3 aprile, alle ore 20, terzo appuntamento con la Rassegna di Abaco Teatro “Non ci resta che ridere”, in programma al Teatro Ex Montegranatico di Maracalagonis. In scena il fortunato spettacolo “Ottavio Bottecchia, vite in volata” dedicato al ciclismo ed alla storia d’Italia dagli Anni Venti fino al 1979, di e con Tiziano Polese e la regia di Rosalba Piras. Si narra la storia di due ciclisti, due miti, due eroi: uno famoso per tutti Ottavio Bottecchia, campione degli Anni Venti, ed uno famoso solo per il protagonista, autore ed interprete, il suo amico Raffaele. Polese ha portato avanti una lunga ricerca sul personaggio Bottecchia e sul ciclismo dal 1923 al 1979, e per la stesura del testo ha attinto alle cronache dei più prestigiosi inviati sportivi per arrivare a dipingere il grande ciclismo, quello eroico, parallelamente alla storia d‘Italia di quegli anni. In scena interpreta vari personaggi, ma soprattutto è un narratore che da voce ai protagonisti ed alla bicicletta portandoci nelle salite impossibili del Tour de France, facendoci vivere le fatiche, le situazioni bizzarre in cui si venivano a trovare i corridori nei primi Anni Venti, con momenti a volte drammatici a volte di pura comicità. In scena si avvale della partecipazione di Rosalba Piras che firma anche la regia.

«E i francesi che si incazzano, che le balle ancor gli girano» cantava Paolo Conte riferendosi a Bartali vincitore del Tour de France del 1938 e del 1948. Ma ai francesi le balle sono girate molto tempo prima, esattamente nel 1924 e 1925 con Ottavio Bottecchia, detto Botescià, primo protagonista di questa storia, che in quegli anni vinse due Tour de France di seguito sempre con la maglia gialla, impresa gloriosa ed unica ancora oggi. Bottecchia era un italianuzzo della provincia di Treviso, che aveva combattuto al fronte nella Grande guerra tra gli esploratori d’assalto (in bicicletta si spingevano fin sotto le linee nemiche), ma non aveva il physique du ròle del numero uno e gareggiava, lo diceva lui, «non per la gloria o le donne, o il successo, ma solo per “i schei». «Bottecchia, che si chiamava Ottavio perché era l’ottavo figlio di un mugnaio e di una casalinga, non si vergognava di ammettere che correva solo per i soldi. Aveva sempre fame non per metafora, ma perché glielo ricordavano tutti i giorni quei maledetti crampi allo stomaco che temeva molto di più dei crampi alle gambe. Ma la fama di Bottecchia si è protratta nel tempo anche per la sua tragica morte. Fu trovato massacrato riverso in un canale nei pressi di un vigneto il 3 giugno 1927».

Il secondo protagonista non era ancora famoso, ma avrebbe potuto esserlo e non solo come ciclista. Al contrario di Bottecchia, Raffaele Zoldan aveva il physique du ròle, era alto, un fisico possente, ed aveva anche un sacco di ragazze. Ottavio e Raffaele, oltre al ciclismo, li accomunava quel maledetto giugno. Infatti, Zoldan morì in un incidente stradale il 2 giugno, ma l’anno era il 1979, mentre correva in motorino per vedere la tappa del Giro d’Italia ed il campione del momento, Giuseppe Saronni. Quindi, inforcando una bicicletta un po’ speciale, Tiziano Polese ripercorrerà un passato remoto e un passato più recente, tappa finale il presente. 1923/1979, due date che rappresentano due epoche di svolta di questo paese a cui non si può rimanere indifferenti, perché altre morti eccellenti attraversano quei periodi (1924 omicidio Matteotti, 1975 omicidio Pierpaolo Pasolini, 1978 sequestro e morte di Aldo Moro). Una serie di morti misteriose. Ed allora, cavalcando quella pista ciclabile insieme a questi eroi, si potrà forse scorgere di lato quell’infame autostrada che inevitabilmente ci porterà a fare un focus sulle cause del declino di questo strano paese chiamato Italia.
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Quindici titoli in cartellone (11 per la prosa, di cui uno fuori abbonamento e 4 per la danza) da dicembre a maggio: si parte lunedì 15 dicembre alle 20.30 al Teatro Verdi di Sassari con “Iliade / il gioco degli dèi” dal poema di Omero



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