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Mariangela Pala 14 aprile 2016
M5s boccia mozione sul reddito di cittadinanza
La maggioranza irremovibile esprime la sua contrarietà ad una mozione proposta “dall’esterno” rigettando un punto che è cavallo di battaglia del M5s


PORTO TORRES - Si chiama reddito di cittadinanza, l’asso nella manica dell’amministrazione pentastellata: è la misura con la quale si intende aggredire la povertà. Una forma di aiuto «destinata alle persone in difficoltà che aiuta a prevenire il rischio di impoverimento dei cittadini», afferma l’assessore ai servizi sociali Sebastiano Sassu. A presentare la mozione sul reddito di cittadinanza è l’ ex capogruppo M5s, Paola Conticelli individuando nello strumento di politica sociale una misura indispensabile per garantire il minimo di assistenza alle famiglie in situazioni di disagio economico. Nella mozione si chiede l’impegno del sindaco e della giunta ad attivarsi presso la Regione, Governo e Unione europea per ottenere risorse straordinarie allo scopo di finanziare tale strumento.

Nel dispositivo la richiesta di adottare tutti i provvedimenti indispensabili e necessari, perché il reddito di cittadinanza possa trovare attuazione «almeno in via sperimentale dal 2016 – sottolinea la consigliera – e perché lo strumento vada a pieno regime nel 2017» e ciò anche nella predisposizione degli strumenti di bilancio e finanziari dell’Ente. L’approvazione di un sistema sociale come il reddito di cittadinanza è di competenza nazionale, «pertanto noi come amministrazione locale non abbiamo la presunzione di sostituirci allo Stato in questo compito di modifica del welfare, e - sottolinea l’assessore - al momento secondo le nostre linee programmatiche il reddito di cittadinanza comunale sarà una misura di sostegno limitato e temporaneo - compatibilmente con le disponibilità economiche dell’ente - che partirà in misura sperimentale nel 2017».

La data da cui prenderanno il via i lavori per istituire tale strumento con il duplice scopo di integrazione al reddito e di prevenzione sociale utilizzando come fondi di copertura, le risorse regionali, nazionali e della comunità europea, quelle provenienti dai risparmi di spesa e dai tagli agli sprechi, dall’efficientamento energico, dalla lotta all’evasione fiscale e dal 5 per mille. Nessun documento da sbandierare sul numero dei beneficiari e sul quadro della situazione di povertà a Porto Torres che conta circa sette mila disoccupati. Il consigliere Davide Tellini chiede di sapere «quale somma sarà destinata al reddito di cittadinanza e quante persone saranno coinvolte da questo intervento». Una proposta che arriva da chi ancora «disattende le linee del programma elettorale e non capisco - afferma Gavino Bigella - come mai quando la Conticelli era in maggioranza il reddito di cittadinanza andava bene nel 2017 ed ora invece ci presenta l’ultimatum».

Ma la minoranza rispetto ad un argomento proposto dalla consigliera Conticelli ritiene importante discuterne in commissione ai servizi sociali per capire «la possibilità di sviluppo di un tema serio che rappresenta un punto programmatico della maggioranza sul quale vogliamo capire come intendete recuperare le risorse», afferma Costantino Ligas. Proposta rigettata dalla maggioranza che «intende costruire la misura partendo dal tetto piuttosto che dalle fondamenta, - sostiene Luciano Mura - finanziando il reddito di cittadinanza attraverso il recupero dell’evasione fiscale, una entrata straordinaria rispetto ad una uscita che è certa».

Sulla quantificazione della somma da destinare al reddito di cittadinanza il consigliere Alessandro Carta precisa «se la cifra disponibile è trascurabile allora sarebbe opportuno destinarla ad altri strumenti di intervento sociale evitando di alimentare false aspettative sui cittadini, simulando un qualcosa che potrebbe fallire». Ma la maggioranza irremovibile esprime la sua contrarietà ad una mozione proposta “dall’esterno” rigettando un punto che è cavallo di battaglia del M5s «anziché cogliere un argomento così importante sul quale il Movimento ha disatteso le proprie dichiarazioni politiche», conclude l’opposizione.
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