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Red 9 febbraio 2017
Il teatro di Spazio T sbarca a Tempio
La brillante commedia “Era la Nona?” debutterà venerdì sera, al Teatro del Carmine, per approdare sabato sera al Teatro Eliseo di Nuoro. La pièce allestita dalla compagnia algherese con drammaturgia e regia di Chiara Murru, vede protagonisti sulla scena anche Maurizio Pulina ed Antonio Luvinetti


ALGHERO - Ironia in “nero” con “Era la Nona?”, brillante commedia liberamente tratta dalla fortunata “Non era la quinta, era la nona”, di Aldo Nicolaj, in tournée nell'Isola sotto le insegne del Cedac per la Stagione 2016-17 de La grande prosa, nell'ambito del Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna. La pièce, nell'interessante allestimento della compagnia algherese Spazio T, con drammaturgia e regia di Chiara Murru, anche protagonista sulla scena insieme a Maurizio Pulina ed Antonio Luvinetti, debutterà domani, venerdì 10 febbraio, alle ore 21, al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, per approdare sabato 11, alle 20.30, al Teatro Eliseo di Nuoro.

Focus sulla vorticosa giostra delle passioni con una trama insolita incentrata sulla figura di Eva, nome denso di suggestioni bibliche, simbolo della tentazione e della caduta, ma anche della ribellione: una donna di forte temperamento, dominatrice ed autoritaria, seduttiva e capricciosa, imprime una svolta decisiva alle esistenze di due uomini, finché con un autentico coup de théâtre si giunge ad un inatteso, dolceamaro finale a sorpresa. “Era la Nona?” (ed ogni allusione alla splendida sinfonia beethoveniana è esplicitamente voluta e non casuale) mette l'accento sull'ipocrisia della morale borghese e sui rischi del matrimonio, sulla fragilità umana e sugli estremi cui può condurre un'eccessiva accondiscendenza, quale quella dimostrata verso l'eroina (in negativo) della storia dai due (ultimi) uomini della sua vita.

La musica rappresenta un sottile fil rouge (oltre che argomento di conversazione, su una questione di gusti e sensibilità, di segrete affinità e personali inclinazioni), ma permette anche di connotare un ambiente, con un preciso riferimento ad un'educazione ed una cultura mitteleuropea, quindi ad una determinata classe sociale. Nel clima raffinato e confortevole di una élite, si consuma un'invisibile tragedia: l'eleganza ed il fascino mondano celano private inquietudini, il lusso e la noia inducono a cattivi e magari oziosi pensieri, al desiderio di spezzare una routine, ad una sete di novità che può giungere fino al delitto. La pièce di Nicolaj (uno tra gli autori più noti ed apprezzati dell'Italia del Novecento, dagli esordi “impegnati” all'ombra del censura, al successo delle sue commedie, applaudite anche all'estero, con una vita movimentata, dalla deportazione in Germania al soggiorno in Sudamerica) mette l'accento sui caratteri e le peculiarità dei personaggio, in un meraviglioso gioco di incastri in cui le debolezze dell'uno o dell'altro diventano un'arma nelle mani dell'ambiziosa ed imprevedibile “unica” donna.



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