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S.A. 5 febbraio 2024
«Beni culturali una miniera di lavoro in Sardegna»
Il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru nell’intervento che ha chiuso l’incontro dedicato a “Politiche e gestioni per i beni culturali della Sardegna”, ha fatto il punto sulle opportunità legate all’immenso patrimonio archeologico, storico e culturale dell’isola


CAGLIARI - «La valorizzazione dei beni culturali della Sardegna ha ricadute economiche e occupazionali importanti. Penso a un’agenzia regionale del patrimonio culturale che stabilizzi tutti i lavoratori dei siti archeologici». L’ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru nell’intervento che ha chiuso l’incontro dedicato a “Politiche e gestioni per i beni culturali della Sardegna”, ospitato nella sala del palazzo CIS di Cagliari. Coordinato da Antonello Gregorini, l’incontro ha riunito operatori, studiosi e semplici appassionati per fare il punto sulle opportunità legate all’immenso patrimonio archeologico, storico e culturale dell’isola e illustrare anche le esperienze di divulgazione e narrazione portate avanti in questi anni. «Lo Statuto del 1948 non ci ha dato competenza piena sui beni culturali come invece ha ottenuto la Sicilia – ha ricordato Soru – e dobbiamo riconoscere che, in tutti questi decenni, i tanti siti archeologici sardi non sono stati studiati e valorizzati come avrebbero meritato dalle Soprintendenze ministeriali. Al punto che, nelle carte che riassumono la storia del mondo, i nuraghi dovrebbero apparire prima delle piramidi e invece non ci sono.»

«Questa storia dimenticata – ha proseguito il candidato - che ha una dignità importante nella storia dell'uomo e ha una presenza diffusa quasi in ogni campagna della Sardegna è una grande risorsa. Può avere delle ricadute sulla miglior comprensione di chi siamo e quindi della nostra storia, ma anche una grande ricaduta economica e lavorativa in un mondo in cui il turismo continua a crescere e che oggi è fatto da viaggiatori, esploratori che viaggiano spesso in cerca di esperienze paesaggi, cibo e culture diverse.». «Qualcosa è stato realizzato – ha detto Soru -. Abbiamo Barumini riconosciuta tra i beni Unesco, ma rimane tantissimo da fare. Avevamo immaginato una rete dei beni culturali della Sardegna, un sistema anche con una identità visiva che aiutasse il visitare a capire il contesto storico e dove ogni sito fosse un punto d’accesso ideale, però è stato stravolto o realizzato in maniera episodica. Abbiamo due fondazioni molto attive a Barumini e Cabras grazie ai Giganti, ma gli altri siti sono gestiti da singole cooperative, a volte in maniera troppo precaria e senza protezione sociale per i lavoratori.»

«Con un’agenzia regionale del patrimonio culturale – ha proposto il leader della Coalizione sarda - possiamo prendere in mano la gestione dei siti e stabilizzare chi ci lavora, formare nuovo personale, aprire scuole di restauro e dare un’identità e una narrazione unitaria al nostro patrimonio. Serve una norma di attuazione dello Statuto che definisca le competenze, anche primarie, con lo Stato e ci consenta di gestire meglio e in modo coordinato i luoghi culturali.» «La transizione digitale porterà grandi occasioni di lavoro e di innovazione – ha ricordato ancora -. Possiamo digitalizzare gli archivi cartacei e tutti i reperti archeologici catalogati e oggi lasciati nei magazzini. Mettere tutto a disposizione come grande occasione di studio e conoscenza, promozione e occupazione. È la realizzazione di un grande patrimonio digitale che sarà per sempre.» «E da quest’operazione – ha concluso Renato Soru - può nascere un Betile digitale. Vent’anni fa immaginammo questo grande museo sul lungomare di Cagliari, oggi lo possiamo fare online, con tutti i reperti della storia della Sardegna presenti grazie ai loro «gemelli digitali» a portata di mano di ogni smartphone e di ogni computer nel mondo e per sempre. Sarebbe la prima esperienza al mondo.»
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9:44
Con Licia Colò, Bruno Arpaia, Claudia Fachinetti, Luca Lombroso, Luca Mercalli, Elisabetta Dami, Valerio Rossi Albertini, Alessandro Antonino, Mauro Ballero, Stefania Divertito, Giovanni Fancello, Stefano Resmini, Michele Dotti, Ermanno Giudici, Monica Pais, Andrea Vico, Roberta Balestrucci e altri ancora da annunciare



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