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Monica Caggiari
23 aprile 2005
Celiachia, una situazione più positiva e favorevole rispetto al passato
Dell’importante appuntamento, illustrato nei dettagli scientifici dal prof. Italo De Vitis del Policlinico Gemelli, ha voluto parlare il presidente dell’AIC, Adriano Pucci, il quale ha segnalato le nuove prospettive per il futuro di ca. 80 mila malati diagnosticati, che sarebbero, secondo le stime, solo il 20% dei malati effettivi

ALGHERO - L’assemblea ordinaria dei soci e il convegno scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia, svoltisi nella giornata odierna, hanno fornito interessanti ragguagli sulle ricerche e sugli sviluppi legati alla celiachia. Dall’incontro, promosso dalla sezione Sardegna Onlus e introdotto dalla sua presidente Maria Teresa Russo, sono emerse preziose novità e scoperte in campo scientifico e diagnostico. I vari interventi, curati dai maggiori esperti delle strutture sanitarie e di ricerca italiane, hanno fatto conoscere, al pubblico della sala convegni del Hotel Calabona, una situazione più positiva e favorevole rispetto al passato. La prima parte del convegno scientifico si è sviluppata attorno alle nuove metodiche diagnostiche e all’analisi della loro utilità e affidabilità. E’ stata inoltre presa in considerazione la correlazione tra celiachia ed altre malattie, come diabete e osteoporosi, alle quali si è aggiunta l’analisi delle problematiche ginecologiche e ostetriche nella malattia celiaca. Al buffet senza glutine, che ha scandito la fine della prima sessione di lavoro, ha fatto seguito la seconda parte, nella quale, tra le varie relazioni incentrate sempre su studi e interrelazioni tra celiachia e altre patologie, hanno destato particolare interesse le novità scaturite dal recente convegno nazionale svoltosi a Firenze dal 15 al 17 aprile. Dell’importante appuntamento, illustrato nei dettagli scientifici dal prof. Italo De Vitis del Policlinico Gemelli, ha voluto parlare il presidente dell’AIC, Adriano Pucci, il quale ha segnalato le nuove prospettive per il futuro di ca. 80 mila malati diagnosticati, che sarebbero, secondo le stime, solo il 20% dei malati effettivi, stimati in ben 400 mila a livello italiano. «Dal congresso di Firenze – così Pucci – è scaturita la rilevante novità, con la quale è arrivata la conferma che gli obiettivi di una vaccinazione e cura con farmaci non è più un’utopia. Siamo in fase di sperimentazione sulle cavie, ma è probabile che dal 2006 si comincerà con i test su volontari celiaci. Si tratta di un di farmaco che elimina, in pratica, le restrizioni alimentari della dieta senza glutine, ad oggi l’unica “cura” efficace. Vi sono inoltre studi che si stanno concentrando, al pari, sulla possibilità di un vaccino, ma è chiaro che le due ipotesi, cioè il farmaco e il vaccino, richiedono ancora una ragionevole attesa di almeno 10–20 anni per la loro definitiva utilizzazione». Il presidente dell’AIC, che ha anche rilevato l’impegno e la validità a livello internazionale della ricerca italiana, ha evidenziato che da dicembre dell’anno scorso, proprio per aiutare la ricerca, è stato istituito il fondo per la celiachia, che mira alla creazione di un pionieristico consorzio per la ricerca su questa malattia. In questa maniera si cercherà di far confluire gli sforzi portati avanti in tutto il mondo dai ricercatori, prevalentemente italiani, favorendo così le sinergie tra i vari studi. Adriano Pucci ha quindi aggiunto una riflessione sulla situazione associativa: «In questa zona abbiamo avuto dei “dissidenti”, delle persone che si sono staccate dall’associazione nazionale. Si può anche non avere le stesse idee, ma per un impegno comune il messaggio è quello di rientrare nell’AIC, per un confronto e per far convergere gli sforzi in un’azione omogenea e sicuramente più proficua per i primi referenti del volontariato AIC: i celiaci».
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