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A.B. 21 agosto 2014
Castelsardo: scoppia la polemica Tar
Il Gruppo consiliare di Opposizione Castelsardo 3.0 ha presentato una mozione per la revoca di delibera approvata dalla nuova Giunta Cuccureddu, con la quale si da mandato ad un avvocato cagliaritano di resistere nel giudizio promosso al Tar Sardegna da un cittadino per l’annullamento delle elezioni comunali del 25 maggio


CASTELSARDO – “Castelsardo 3.0”, il Gruppo di Opposizione presente nel Consiglio Comunale di Castelsardo e composto dall’ex sindaco Matteo Santoni, dagli ex componenti della Giunta Maria Assunta Palmas, Roberto Fiori e Daniele Gazzano e dalla new entry Loredana Bianco, ha presentato una mozione per la revoca della delibera nr.59, approvata dalla nuova Giunta Cuccureddu il 18 luglio, con la quale si da mandato all’avvocato cagliaritano Piero Franceschi di resistere nel giudizio promosso al Tar Sardegna da un cittadino castellanese per l’annullamento delle elezioni comunali del 25 maggio.

Infatti, prima della scadenza dei termini, Antonio Giuseppe Capula presentò ricorso al Tar eccependo alla Commissione Elettorale Circondariale di Sassari sia l’illegittimità dell’esclusione della lista “Nuovi Orizzonti” (guidata dal candidato a sindaco Pietro Sanna), sia l’illegittimità, dell’ammissione questa volta, della lista Castelsardo 3.0 che ha perso le elezioni contro la lista di Cuccureddu “Insieme per Crescere”. Il gruppo consiliare Castelsardo 3.0, con la mozione vuole mettere in evidenza diversi aspetti poco chiari e trasparenti riguardo alla legittimità ed opportunità dell’atto deliberativo approvato dalla nuova Giunta poiché, in circostanze simili, altri comuni, non essendo parte in causa, non avendo infatti alcun ruolo nel regolare lo svolgimento delle operazioni elettorali, non si costituiscono in giudizio, vedi ad esempio il Comune di Sassari, che non si costituisce contro il ricorso presentato dall’Udc, sempre riguardante l’ultima tornata elettorale. «E guarda caso – proseguono i consiglieri - neanche la Regione Sardegna si costituì contro il ricorso dello stesso sindaco Cuccureddu, il quale ha impugnato, sempre tramite lo stesso avvovato Franceschi, gli atti relativi all’elezione del quindicesimo Consiglio Regionale della Sardegna, nel quale non è risultato eletto e, nonostante la Regione non si sia costituita, il Tar Sardegna ha comunque dichiarato inammissibile il ricorso di Cuccureddu».

Di non poco conto, specifica il gruppo Castelsardo 3.0, «è l’aspetto economico ed il palese conflitto di interessi. Si impegnano infatti 6800euro di soldi pubblici, che potranno ancora lievitare in sede di giudizio, nonostante più volte, le varie Corte dei Conti abbiano condannato gli amministratori che hanno impegnato il denaro dei propri concittadini, per tutelare un loro diritto o interesse del gruppo di appartenenza. Nella mozione citano la Sentenza nr.55/2007 della Corte dei Conti di Trento che condanna il Sindaco e la Giunta ricorrente in un giudizio analogo, al pagamento allo stesso Comune della spesa sostenuta per ricorrere in giudizio, oltre agli interessi di legge poiché in questi casi, oltre al palese conflitto di interesse c’è anche la possibilità di farsi rappresentare da propri funzionari senza spendere soldi in avvocati». In conclusione, il Gruppo si chiede, come si possa continuare impunemente ad utilizzare il denaro pubblico per tutelare interessi privati, nonostante sentenze passate in giudicato, e nonostante si continui a risparmiare su qualunque esigenza cittadina, adducendo come motivazione appunto lo sforamento del Patto di Stabilità, mentre invece si impegnano quasi 6800euro e forse più per fare opposizione ad un ricorso che viene in più occasioni definito “inconsistente” sia dal sindaco che da membri della sua Maggioranza.
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