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Luigi Coppola
23 febbraio 2006
A convegno lo stato di salute dei cittadini
Presentato a Portotorres il rapporto sullo stato di salute delle popolazioni soggette all’influenza delle aree ospitanti siti industriali, minerari e militari nella regione sarda. Studiosi e politici d’accordo sull’attuazione dei controlli ambientali

PORTOTORRES – L’amministrazione comunale di Portotorres in concerto con l’assessorato regionale alla sanità, l’Unione Europea e l’ESA (epidemiologia sviluppo ambiente) ha presentato il rapporto sullo stato di salute delle popolazioni sarde residenti in aree interessate dalla presenza di poli industriali, minerari e militari. L’incontro si è tenuto nel salone della nuova (ancora inutilizzata per il suo scopo originario) stazione marittima nella mattinata di mercoledì 22 febbraio. Il convegno si è retto sul confronto di due ricerche effettuate dall’Università di Firenze e dall’ASL di Sassari. Assenza di peso, causa impegni di giunta, quella dell’assessore regionale alla sanità, Nerina Dirindin, proprio colei che ha spinto nella direzione dell’indagine sullo studio dei fenomeni patologici in presenza d’insediamenti di varia natura, possibili agenti tossici dello stato ambientale e della pubblica salute. Nel saluto del sindaco Luciano Mura, è emersa la necessità di proseguire questi tipi indagini atti a fornire agli amministratori ed alla cittadinanza un quadro sempre più chiaro ed aggiornato d’informazioni reali, circa la tutela della salute cittadina. “E’ mancato il controllo da parte dell’ente pubblico”, il chiaro mea culpa del primo cittadino che cita fra le disaffezioni principali all’argomento, il mancato decollo della locale ARPA, ricordando che l’isola è l’unica regione italiana ancora al palo sull’istituzione della speciale agenzia. E’ stato il prof. Annibale Biggeri ad illustrare la prima relazione elaborata dall’Esa in collaborazione con l’Università di Firenze. Alla stesura del documento, presentato in una prima bozza lo scorso 12 dicembre a Cagliari e proposto in via definitiva per la fine del prossimo marzo 2006, hanno partecipato estensori di varie discipline scientifiche fra cui Felice Casson per le competenze giurisprudenziali e Dolores Catalan per la biostatistica. Il lavoro si è articolato in più fasi, definendo la descrizione epidemiologica delle aree a rischio, la mappa delle stesse aree, una campagna di misurazioni sulle esposizioni attuali, con l’obiettivo finale di valutare lo stato di salute delle popolazioni in modo sistematico. Strumenti conoscitivi dell’indagine sono stati la descrizione del profilo di mortalità e ricovero più recente possibile, la valutazione del rischio distribuito nel territorio, l’esame dell’evoluzione temporale della mortalità nel ventennio di riferimento 1981-2001. Le 18 aree critiche sarde racchiudono un consistente fazzoletto di territorio compreso fra Portoscuso, Ottana e Portotorres che conta circa 923 mila abitanti, oltre il cinquanta per cento della popolazione regionale. L’indagine ha censito circa 36 mila decessi e 261 ricoveri fra il 1997 ed il 2001. Dal registro tumori della provincia di Sassari, illustrato nei numeri e nella caratteristica delle diverse patologie insistenti nel territorio turritano, dal responsabile dott. Budroni, si evince una situazione che conferma più di una preoccupazione per Portotorres. Il trend d’incidenza delle patologie oncologiche si attesta su quelli dei principali insediamenti industriali del Nord Est d’Italia. La non aggregazione di dati disomogenei, ricordata dal prof. Benedetto Terracini (epidemiologo ESA), ritaglia le enfasi allarmistiche, riconducendo l’analisi a termini oggettivi. Nell’ampio giro d’interventi che hanno alimentato il dibattito, nutrito il cast d’esponenti politici locali dell’attuale e passata amministrazione. A parte il comune richiamo a rispettare un tacito appello di visibilità, indicativi i contributi di Marco Francesconi e Salvatore Serra. Il primo, encomiabile per aver coinvolto una folta rappresentanza d’alunni dell’istituto nautico, il secondo nell’aver testimoniato una nuova sensibilità ai temi della sicurezza e prevenzione, applicata nell’industria dei nostri giorni. Il prossimo appuntamento, come auspica pure la dott.ssa Marras, responsabile per la prevenzione ASL di Sassari, sarebbe nel desiderio dei più, la verifica concreta del controllo e perché no, dei primi provvedimenti di bonifica ambientale: forse l’avvio di quella tanto attesa convergenza fra sviluppo industriale e salute dei cittadini.
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