Prosegue il lavoro del Sian di Sassari sulla rilevazione degli stili di vita e consumi alimentari
SASSARI - Prevenzione dell’obesità nelle donne in età fertile e nel bambino, è il nome del progetto che la Regione, con delibera 29/2 del luglio 2005 relativa la Piano regionale della prevenzione 2005-2007, ha avviato in tutte le Aziende Sanitarie Locali della Sardegna con il coinvolgimento dei servizi Sian (Servizio igiene degli alimenti e nutrizione) dei Dipartimenti di Prevenzione. L’Azienda Sanitaria sassarese, che ha costituito il gruppo di progetto aziendale nell’ottobre del 2005 con a capo il Sian, ha concluso la prima fase, che prevedeva la raccolta e l’invio di dati all’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione), e già si prepara all’avvio della seconda fase, prevista per fine settembre e durante la quale sarà redatto un quaderno alimentare dei bambini.
«Il nostro servizio – afferma Paolo Murineddu, responsabile del Sian di Via Amendola a Sassari – già nell’ottica dell’iniziativa del Ministero, nel 2003-2004 aveva predisposto una campagna conoscitiva sulle abitudini alimentari degli scolari che rientrano nella fascia di età di 8 anni. L’obiettivo era evidenziare i comportamenti scorretti e programmare interventi mirati di educazione alimentare, così da prevenire le malattie connesse alla scorretta alimentazione, oggi in continuo aumento».
La finalità del progetto Sian si rispecchia appieno nel progetto regionale che ha durata triennale. Questo prevede la promozione di comportamenti alimentari e stili di vita, validi in tutte le fasi della vita, finalizzati al mantenimento o al recupero di un buono stato di salute, alla prevenzione dell’obesità e delle patologie cronico-degenerative.
La scorretta alimentazione infatti, spesso associata ad una vita sedentaria, contribuisce all’insorgere di numerose malattie quali cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, diabete mellito non insulino dipendente, alcuni tumori, anemie da carenze di ferro, gozzo, obesità, carie dentarie, calcolosi renale ed osteoporosi.
Il Sian, che opera nei tre distretti sanitari della Asl n. 1, cioè di Sassari, Alghero e Ozieri, ha organizzato incontri con i docenti, con gli scolari e i loro genitori per predisporre piani di controllo sulle abitudini alimentari dei ragazzi. Inoltre, così come previsto nel piano regionale, ha avviato una rilevazione dei consumi alimentari, una rilevazione dei dati antropometrici (peso ed altezza) e della pressione arteriosa e una rilevazione di informazioni, relative a composizione e caratteristiche del nucleo familiare e stile di vita in riferimento all’attività fisica svolta. «Abbiamo visionato un campione di 2000 bambini delle scuole pubbliche e 1000 delle scuole private – afferma dottor Muirineddu – per conoscere gli stili di vita degli scolari. I dati così raccolti e inviati all’Inran saranno elaborati e permetteranno di valutare eventuali scorrette abitudini dei bambini, quindi correggerle per prevenire le malattie legate a disordini alimentari».
Il rilevamento dei consumi alimentari e delle misure antropometriche permettono di tracciare lo stato nutrizionale della popolazione. Gli indicatori di rischio dietetico permettono di valutare l’adeguatezza della dieta. Lo studio di questi parametri rende possibile la pianificazione degli interventi di tipo preventivo o correttivo, consistenti nella promozione di una sana alimentazione e di una corretta attività fisica, tanto più efficaci quanto più specificamente indirizzati.
Gli elementi già raccolti lasciano trasparire una tendenza al soprappeso nei bambini e una incidenza minore nelle mamme. Diverse poi le differenze alimentari riscontrate tra la campagna, la città e le zone costiere. E così se nelle zone interne è ancora viva un’abitudine di vita e alimentare più tradizionale e le mamme sono in prevalenza casalinghe, in città sembra che i bimbi abbiamo una scarsa attitudine a fare la colazione mentre mangiano merendine e frequentano fast food; c’è inoltre una tendenza alla vita sedentaria. Nelle zone costiere infine è presente una via di mezzo, che rispecchia ora la situazione dell’entroterra ora della città.
«Stiamo per avviare la seconda fase – conclude il responsabile sassarese del Sian – una fase importante che ci permetterà di correggere le cattive abitudini di vita e alimentari. Educare alla sana alimentazione può significare ridurre nel tempo l’incidenza delle patologie, con benefici per il singolo, in termini di salute e benessere, e della collettività, in termini di minori spese mediche e farmaceutiche».
Nelle previsioni della Regione il progetto obiettivo si concluderà a fine maggio 2007, con l’attuazione di programmi d’intervento educativo e di promozione della salute, con la verifica del loro stato di attuazione e con azioni che dovranno permettere di modificare i comportamenti non salubri e rafforzare quelli ritenuti sani.
Per quanto riguarda il Sian il progetto obiettivo sarà convertito in livelli essenziali di assistenza (Lea) e continuato nel tempo.
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