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S.A. 14 giugno 2011 video
Bandiere rosse a Maria Pia
Clamorosa iniziativa dei titolari degli stabilimenti balneari tra Fertilia e Maria Pia per protestare contro le indecorose condizioni delle acque nel litorale. Ombrelloni chiusi. Guarda il video


ALGHERO - Avanza la marea gialla sul litorale di Alghero, tra Fertilia e Maria Pia, e i titolari degli stabilimenti balneari (non quelli del Lido, aderisce invece La Speranza) decidono una clamorosa iniziativa: bandiere rosse (equivale a dire assenza di bagnino in spiaggia) e ombrelloni chiusi (rimangono a disposizione sdraio e sevizi bar). Tutto questo quando il calendario segna 14 giugno, piena stagione estiva. Uno "sciopero bianco" che coglie di sorpresa i bagnanti ma non certo le istituzioni.

I problemi infatti sono noti e nascono tutti dal febbraio 2009, giorno in cui sono stati accesi i motori del nuovo impianto di depurazione della città, in località San Marco. Da allora milioni di metri cubi di reflui sono stati veicolati nello stagno salmastro del Calich, già classificato zona sensibile dalle normative comunitarie. Un'azione scellerata - come ribadito in numerose occasione da tecnici e studiosi - che ha inesorabilmente rivoluzionato e sconvolto l'ecosistema dello stagno, già malato a causa di sversamenti abusivi.

Il resto è di facile comprensione: una abnorme proliferazione algale che genera l'eutrofizzazione delle acque e la conseguente colorazione giallastra del mare, in comunicazione col porto-canale di Fertilia. Ma da qui la marea gialla si sposta lungo la costa a seconda delle correnti e per diversi metri dalla battigia. Il risultato è devastante: si passa dal marrone intenso in prossimità del Pala-congressi al giallo canarino dell'Hermeu. Per ora, infatti, è la scogliera dell'ospedale Marino a smorzare le correnti e la conseguente avanzata, ma non è escluso che il fenomeno possa estendersi anche aldilà del litorale, in direzione Lido.

Una scelta sbagliata quella di attivare il nuovo depuratore senza aver risolto il problema dello smaltimento delle acque di depurazione, anche perché il progetto nasceva proprio per eliminare gli sversamenti a mare. Solo da qualche settimana parte dei reflui vengono immessi nel Consorzio di Bonifica della Nurra per il riutilizzo irriguo; dai 5 agli 8mila metri cubi però continuano quotidianamente ad essere veicolati nel Rio Filibertu, direzione Calich (dati ufficiosi stante la difficoltà nel reperire le dovute informazioni ndr), con tutto quello che ciò comporta.

Scelta azzardata anche in termini d'investimento, perché a fronte dei circa 20 milioni spesi per la realizzazione del nuovo impianto, sicuramente si sarebbero potute seguire strade meno dispendiose e più idonee, come quella di collegare il Mariotti a Surigheddu e da qui al Cuga, sempre via Monte Agnese (si sarebbe risparmiato il costo di un impianto). Ma questa è tutta un'altra storia, oggi gridano i balneari e i turisti. La speranza è che si intervenga al più presto in maniera risolutiva, per il bene della Riviera del Corallo. C'è un rimedio di facile applicazione teorica: Bloccare totalmente gli sversamenti nello stagno, il danno causato dall'uomo, col tempo, lo risolverà la natura.
Commenti

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