Hanno occupato lo stabile di via Giovanni XXIII lo scorso venerdì e hanno intenzione di restarci se il Comune non gli garantirà un alloggio. L´intervista ad una delle madri
ALGHERO - Cinque famiglie algheresi hanno occupato l'ex convitto (di proprietà comunale) di via Giovanni XXIII: 16 persone di cui 9 minori. Lo scorso venerdì notte sono entrati «ma la porta era aperta» precisano al microfono del
Quotidiano di Alghero e si sono stabiliti nei quattro piani a disposizione. Hanno pulito gli spazi dove hanno sistemato i materassi con la ferma intenzione di rimanerci «se non ci daranno altre soluzioni» dice Maria (il nome è di fantasia), 35 anni e tre figli, a nome di tutti.
Risposte che attendono dai Servizi sociali del Comune che hanno già tentato invano di convincerli a lasciare lo stabile. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e i vigili urbani. Ma non si tratta certo del primo episodio in città, sono decine i locali comunali e non, che sono stati occupati in città. L'ultimo è l'ex Ufficio di Igiene di via Tarragona. Dietro queste iniziative, le stesse storie di degrado e disoccupazione: «siamo tutti disoccupati e i buoni pasto o qualche affitto non risolve il nostro problema» spiegano a telecamera spenta.
«Ci umiliamo forse ma dobbiamo dare un tetto sopra la testa dei nostri figli» aggiungono. Le uniche case popolari che saranno presto disponibili potrebbero essere quelle di Sa Segada, dieci circa, ma appena smuovono una graduatoria lunghissima e allungatasi sempre più negli anni della crisi. Nel primo pomeriggio un sopralluogo dei vigili del fuoco e un di perito del Comune - alla presenza del dirigente dei Servizi Sociali, Giansalvo Mulas, e il comandante dei vigili urbani Guido Calzia - ha disposto che i locali non sono idonei per viverci.
Ultimo aggiornamento alle 16.49
Nella foto: i vigili del fuoco durante il sopralluogo
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