Porto Torres 24
Notizie    Video   
NOTIZIE
Porto Torres 24 su YouTube Porto Torres 24 su Facebook Porto Torres 24 su Twitter
Porto Torres 24notiziealgheroAmbienteParchi › Maria Pia, Fertilia, Capo Caccia. «Alghero deve puntare sul verde»
S.A. 9:39
Maria Pia, Fertilia, Capo Caccia
«Alghero deve puntare sul verde»
A lanciare la sfida è il botanico algherese e docente universitario Emanuele Farris che riunirà su questi temi le imprese, le istituzioni, le associazioni e tutti i portatori d'interesse del territorio all'evento tematico in programma il 5 novembre


ALGHERO - «Ci vuole coraggio, credere che la cura del patrimonio boschivo sia un asset strategico del territorio, sia per garantire gli equilibri ecologici, sia i servizi ecosistemici e le ricadute occupazionali. La comunità scientifica sarà certamente a disposizione delle amministrazioni che vorranno intraprendere un percorso così ambizioso e lungimirante». A lanciare la sfida è il botanico algherese e docente universitario Emanuele Farris che riunirà su questi temi le imprese, le istituzioni, le associazioni e tutti i portatori d'interesse del territorio all'evento tematico dal titolo "Mosaico di habitat o foresta continua? Scelte e prospettive per le infrastrutture verdi nelle Aree Protette" organizzato a Casa Gioiosa (Tramariglio, Alghero), sede del Parco Regionale di Porto Conte, dal gruppo di lavoro sulle infrastrutture verdi (WP5) dello Spoke 9 (Patrimonio ambientale) del progetto PNRR e.INS (Ecosystem of Innovation for Next Generation Sardinia) dell'Università di Sassari in collaborazione con l'Azienda Speciale Parco di Porto Conte. L'evento si terrà mercoledì 5 novembre 2025 a partire dalle ore 15 (la partecipazione è gratuita ma con iscrizione).

Farris ripercorre alcune scelte politiche degli anni e mesi trascorsi e plaude alcuni esempi virtuosi quali l'acquisizione al patrimonio pubblico di circa 200 ettari a Capo Caccia e Punta Giglio, «recentemente finalizzata dall'amministrazione comunale di Alghero di concerto con il Parco Regionale di Porto Conte, rappresenta un segnale importante nel panorama regionale e nazionale sul valore, non solo economico, che questi beni ambientali rappresentano per le comunità. La positività di questa operazione non risiede infatti solo nell'acquisto in sé, ma nell'essere riusciti a dare valore immediato e concreto ai terreni acquisiti con una dotazione finanziaria di ben 4,2 milioni di euro a valere sui fondi di sviluppo e coesione (FSC 2021-27) per interventi di conservazione e ripristino di habitat e specie». Secondo Farris «la grande opportunità da cogliere è fare in modo che questo modello gestionale possa diventare la norma per tutto il territorio comunale e quindi regionale. Alghero infatti non solo è la quinta città per abitanti della Sardegna, ma è anche la nona per estensione del territorio comunale, con circa 225 km2. Un territorio così vasto ed eterogeneo può e deve ambire ad avere un'economia diversificata, dove accanto alle attività trainanti del terzo settore, anche quelle del secondo e primo settore trovino il giusto spazio e il ruolo che gli compete. Nell'ambito del settore primario quindi, accanto alle attività agricole, zootecniche e della pesca/itticoltura, crediamo che anche il settore forestale, soprattutto se inteso anche come conservazione della biodiversità e manutenzione del territorio, possa avere un ruolo importante, con ricadute socio economiche notevoli».

Lo studioso entra più nello specifico del territorio algherese: «la gestione e manutenzione del patrimonio forestale pubblico inizia a Maria Pia, sulla cui duna l'amministrazione comunale sta opportunamente provvedendo a ripristinare il sistema di balaustre lignee che delimita l'area di pregio naturalistico (ginepreto e altri habitat dunali). Oltre Fertilia, a partire dalla zona di Arenosu e fino al confine settentrionale del territorio comunale (Bantine 'e Sale) abbiamo una fascia quasi continua di macchia foresta, prevalentemente ma non esclusivamente di proprietà pubblica, all'interno della quale si trovano i compendi recentemente acquistati. Si tratta di migliaia di ettari di arbusteti (macchia mediterranea) a prevalenza di lentisco e palma nana, con facies talora a ginestre talaltra a erica, corbezzolo e mirto, localmente in evoluzione verso formazioni forestali a ginepri (costiere), olivastro (termo-xerofile) o leccio (più mesofile in impluvi freschi e versanti ad esposizione settentrionale), già descritti da chi scrive nel lontano 2001».

E ancora: «Nei quasi 25 anni da allora trascorsi, quello che si rileva è la disordinata e incontrollata espansione delle specie esotiche invasive (prime fra tutte il pino d'Aleppo e l'acacia saligna) e la fortissima riduzione degli habitat caratterizzati da vegetazione bassa, come garighe e praterie.
Chi scrive in questi ultimi 3 anni ha coordinato il gruppo di lavoro sulle infrastrutture verdi (WP5) nell'ambito dello Spoke 9 (patrimonio ambientale) dell'Ecosistema dell'innovazione Sardegna (PNRR e.INS), che tra le varie attività si è occupato, in collaborazione con il Centro Nazionale Biodiversità (NBFC), di monitorare i cambiamenti ultra ventennali della vegetazione nelle aree protette italiane. Il quadro emerso nel nostro territorio è appunto quello di una forte espansione della vegetazione arbustiva e forestale (spesso con una componente di specie aliene rilevante) e una fortissima diminuzione di garighe e praterie, che ospitano una quantità elevata di specie rare come le orchidee o utili come le piante officinali».

Farris punta su una gestione qualitativa poichè «gestire il patrimonio forestale oggi, all'interno di un territorio prevalentemente protetto e nel contesto della Rete Natura 2000, significa soprattutto attuare strategie lungimiranti che prevedano al contempo la rinaturalizzazione di rimboschimenti ad elevata artificialità e il mantenimento o il restauro di aree a vegetazione bassa e aperta, cruciali sia per la conservazione della biodiversità sia per la prevenzione e il contrasto degli incendi». «Negli scorsi decenni infatti sono cessate le pratiche di pascolamento brado ma anche la manutenzione di molte fasce tagliafuoco - spiega il botanico -.Il nostro territorio costiero e subcostiero, inclusi tutti i rilievi della penisola di Punta Giglio, di Capo Caccia e del massiccio del Monte Doglia, sono diventati una distesa quasi ininterrotta di macchia alta in evoluzione verso il bosco. Oggi non abbiamo bisogno di aumentare la superficie forestale ma di migliorare la qualità, cioè la composizione strutturale e l'efficienza funzionale delle nostre formazioni forestali, avendo cura di mantenere il mosaico ambientale, cioè quell'insieme di habitat naturali e seminaturali che includono anche la vegetazione rada ed erbacea, in coerenza con la Direttiva Habitat (43/92/CEE) e con la Nature Restoration Law recentemente approvata (Regolamento UE 2024/1991 del 24 giugno 2024).»

Farris conclude facendo emergere le potenzialità di un territorio esteso e connesso nella Città metropolitana: «il contesto ideale per sviluppare un insieme di infrastrutture verdi complesse ed efficienti, capaci di erogare importanti servizi ecosistemici per le comunità locali e di generare un conseguente impatto socio economico, non può che essere la città metropolitana. In questo contesto geografico-amministrativo Alghero può ritagliarsi certamente un ruolo trainante, come ha già fatto a livello regionale da capofila per la candidatura delle domus de janas a Patrimonio UNESCO». «Alghero infatti, coordinandosi con Sassari (che porterebbe in dote l'area di Porto Ferro – Baratz), sarebbe di raccordo con i comuni dell'entroterra, primi fra tutti Putifigari e Villanova Monteleone, territori nei quali due compendi forestali di eccezionale valore (Scala Mala e Monte Minerva, rispettivamente), gestiti per anni dall'agenzia Forestas, aspettano di essere acquisiti al patrimonio pubblico. Si costituirebbe così una preziosa e robusta infrastruttura verde pubblica del nord ovest, che da Monte Minerva si estenderebbe fino al lago di Baratz, nella quale Alghero si troverebbe al centro» conclude.
Commenti
11:04
Si è svolta giovedì presso Villa Maria Pia ad Alghero, l´Assemblea del Parco Naturale di Porto Conte e Area Marina Protetta Capo Caccia - Isola Piana presieduta da Emiliano Orrù, alla presenza dei membri del Consiglio direttivo, Francesca Carta e Luca Pais. Licenziate positivamente alcune importanti variazioni al bilancio



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)