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Mariangela Pala 3 aprile 2014
Scontro al veleno in Consiglio comunale a Porto Torres
Scintille durante la seduta del Consiglio comunale, convocata su richiesta dei gruppi di opposizione, sul punto all´ordine del giorno: il dibattito politico. La minoranza chiede al sindaco Scarpa di dimettersi


PORTO TORRES - L’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale, convocata su richiesta dei gruppi di opposizione, sul dibattito politico, prometteva scintille e scintille sono emerse sia nell’esame della situazione politico-amministrativa del paese, sia durante le interrogazioni, primo punto affrontato ieri nella sala consiliare del Palazzo comunale. Le elezioni regionali che hanno visto il sindaco Beniamino Scarpa sostenere la candidatura del governatore uscente Ugo Cappellacci, e la sconfitta elettorale della coalizione di centrodestra e in particolare di Forza Italia, partito appoggiato dal sindaco, ha provocato una lacerazione profonda all’interno della maggioranza, emersa chiaramente dal passaggio all’opposizione di quattro consiglieri (Franco Pistidda, Angelo Canu, Antonello Giovanetti e Pier Paolo Congiatu), appartenenti all’area di centrosinistra, che avevano sostenuto e contribuito all’elezione del sindaco Scarpa.

Il consigliere Franco Pistidda (Centro democratico) ha attaccato duramente il primo cittadino, definendo fallimentare la sua esperienza di sindaco, in totale contrasto con quello che era lo spirito che tre anni fa originò il progetto politico-amministrativo che concorse alla sua elezione. Il passaggio dei quattro “dissidenti” all’opposizione ha messo in una posizione di difficoltà la maggioranza, ora ridotta a soli 10 consiglieri più il sindaco che la tiene in vita con il suo voto. Accuse sull’incapacità amministrativa della maggioranza arrivano anche dal consigliere Luciano Mura (Partito democratico) che ritiene utile anche la fase di governo affidata al commissario prefettizio «che si aprirebbe con le doverose dimissioni del sindaco – sostiene Mura – il quale ha il dovere etico e politico di rimettere agli elettori il mandato».

Sembra aprirsi una nuova frontiera del dibattito politico. Il consigliere Massimiliano Ledda bolla il sindaco come “Topo Gigio”. Franco Pistidda gratifica il presidente del Consiglio chiamandolo “fascista” poi diventa pluralista e se la prende con tutta la maggioranza accusandola di comportarsi come fascisti, per il fatto di avergli impedito di intervenire successivamente nel corso del dibattito. Il sindaco è più “raffinato” e definisce gli oppositori come “traditori” secondo quanto sostiene il consigliere Angelo Canu (Centro democratico) che tiene a precisare «chi ha tradito la città è proprio lei, caro sindaco, che ha trasformato una maggioranza di sinistra in una coalizione di destra». Prospetta così al sindaco una carriera da “illusionista”, e continua «se anche dovesse riuscire a trovare una stampella nella minoranza prima o poi dovrà pagare dazio». Ma è il consigliere Pier Paolo Congiatu a farsi promotore dell’unità dei gruppi di opposizione per collaborare a mandare via il sindaco «il commissario prefettizio sono sicuro che può essere in grado di affrontare meglio i problemi urgenti della città, compreso quello dell’Asinara che per lei non esiste».

Marcia convinto contro l’amministrazione Toni Chessa:«una situazione politica come questa non è legittima, in cui il presidente del consiglio è di destra e la gente non capisce più la differenza destra e sinistra, è in questo modo che si incentiva l’antipolitica». Dopo un lungo silenzio interviene il consigliere ex Pd (ora Psd’Az), Roberto Murgia, con una riflessione sui politici che amministrano la città, se si ritengono adeguati a risolvere il problema della crisi. Continua l’intervento dei consiglieri di maggioranza in difesa dell’operato dell’amministrazione, il consigliere Massimo Piras (Nuova Porto Torres) lancia un monito a chi si appresta a candidarsi «la campagna elettorale è cosa ben diversa dall’amministrare una città, ci si scontra con la realtà delle leggi, delle normative e dei rapporti con altri enti istituzionali». A sottolineare alcuni risultati raggiunti, come la continuità territoriale con l’Asinara , il consigliere Pietro Madeddu (Psd’Az) che non ritiene inoltre che vi sia una giunta di centrodestra, « il partito sardo non è di destra» tiene a rimarcare il consigliere. La vicinanza al sindaco si rileva nell’intervento di Gilda Cermelli, una solidarietà dovuta alla condivisione della stessa vicenda quando ricopriva l’incarico di sindaco e fu “tradita” dalla sua stessa maggioranza. Il sindaco, al di là di qualche scambio verbale non risponde alle accuse.

Arriva il momento in cui la confusione su chi ha diritto o meno di intervenire aumenta, il veleno raggiunge i vertici del consiglio comunale e il dibattito si accende tra Pistidda e il presidente Cermelli, uno scontro verbale che coinvolge anche Madeddu, il quale si era reso protagonista all’inizio del consiglio di uno scontro con il consigliere Antonello Giovanetti, che lo accusava di avergli arrecato delle offese sulla sua disabilità. La dignità di un consiglio spesso è data dalla qualità del dibattito in aula. La conclusione del consiglio ha posto fine agli scontri verbali ma dall’andamento della seduta non è difficile prevedere che lo scontro tra maggioranza ed opposizione proseguirà dentro e fuori il Consiglio Comunale. Si spera con comportamenti più consoni rispetto ai ruoli istituzionali ricoperti.
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